E' ora disponibile in libreria, e in edicola insieme al Sole 24 Ore, un utile manuale per districarsi tra trutte le novità che l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea ha generato. Uno strumento che aiuterà anche a cogliere quelle che potranno essere nuove, importanti opportunità di business.
Le stime più recenti dicono che nel Regno Unito vivono e lavorano qualcosa come 750mila italiani, la maggior parte dei quali concentrati nella capitale, Londra. Di questi, 427mila sono iscritti all’Aire (l'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero). Molti di questi sono stati abituati per anni a un pendolarismo tutto sommato facile tra la Gran Bretagna e l’Italia e a un commercio all’interno dello stesso mercato unico. Moltissimi studenti italiani hanno maturato un’esperienza di studio nel Regno Unito grazie all’Erasmus. Tutto questo, ormai, fa parte del passato. Con la Brexit si è voltato pagina e ora si è di fronte a un libro ancora tutto da scrivere. Ma un’utile manuale a disposizione dei connazionali alle prese con questa nuova stagione delle relazioni tra l’Isola e il Continente già c’è.
Brexit, istruzioni per l'uso
E’ ora in libreria, o in edicola con Il Sole 24 Ore (a € 12,90 oltre al prezzo del quotidiano), “Brexit. Istruzioni per l’uso”, scritto da Alessandro Umberto Belluzzo, dal 2019 Presidente della Camera di Commercio Italiana nel Regno Unito. Il libro è un vero e proprio vademecum pratico per imprenditori, studenti, famiglie che devono trasferirsi in UK, con tutta una serie di informazioni utili che vanno da come registrare la propria residenza in UK, alle informazioni basilari per capire il sistema tributario del paese, dai requisiti per lavorare nel Regno Unito o per studiarvi, al funzionamento del sistema sanitario per i cittadini esteri.
“Dal 2016 in avanti, ma soprattutto da quando è scoppiata la pandemia di Covid, abbiamo assistito a un numero significativo di connazionali, circa 12mila, che hanno cancellato la propria iscrizione all’Aire. Stimiamo quindi che gli italiani che han fatto rientro possano essere fino a trentamila”, spiega Belluzzo che aggiunge: “Si tratta di professionisti, di persone che lavorano nei servizi e nella ristorazione: un settore particolarmente colpito non solo dal Covid ma anche da Brexit. Molti sono rientrati perché non si sono più sentiti tutelati nei loro diritti, ma si tratta di una condizione psicologica, più che della realtà. Inoltre l’Italia ha offerto una serie di importanti strumenti di attrazione del capitale umano”. Nell’operare una scelta – se tornare o restare, ad esempio – l’importante, sottolinea l’autore, è essere consapevoli e convinti, tenendo presente che la Brexit potrebbe anche dimostrarsi un’opportunità per gli imprenditori italiani.
Nuove opportunità di fare business
“La Gran Bretagna e Londra in particolare restano una piattaforma per il mondo, slegata dall’Europa. Potrà essere ancora di più trampolino di lancio per dei mercati con cui il Regno Unito farà degli accordi commerciali specifici: il Giappone, Singapore o la Svizzera (si veda il mercato finanziario). Consiglio di fare molta attenzione alla traiettoria Zurigo-Londra”. Finanza, digital e green sono secondo Belluzzo i settori su cui puntare. Quello dell’ospitalità, con prodotti freschi importati nel Regno Unito, dovrà invece affrontare costi superiori. “Non sarà più come prima. Occorrerà fare ancora più attenzione ai business plan – conclude Belluzzo - Aprire un ristorante a Londra sarà come aprire a New York. Ma non per questo si smetterà di andare a Londra come a New York. Una cosa è certa: la globalizzazione intensificherà ancora di più la competizione”.