La causa di molti voti nulli può essere la firma sulla scheda elettorale. O meglio: la firma sulla Voter Registration Card (una tessera elettorale che ogni cittadino Usa richiede al compimento dei 18 anni, in cui si dichiara repubblicano o democratico) deve essere la stessa del Mail-In ballot (voto per posta che può non corrispondere alla preferenza della Voter Registration Card - un registered Republican può votare Joe Biden). Persone dedicate controllano le due firme: se ci sono incongruenze, il voto è nullo.
Attenzione a come firmate il voto che inviate per posta. Perché, se non corrisponde esattamente alla firma della vostra Voter Registration Card, la scheda può essere annullata.
Succede anche questo nell’America del 2020, a pochi giorni da una consultazione elettorale piena di incognite. A partire dai voti per posta. Milioni di schede per corrispondenza arrivano negli uffici elettorali di tutto il paese, pronte per l’elaborazione. Prima del conteggio, però, arriva il test della firma.
Ovvero: gli addetti alle elezioni digitano nel sistema il nome dell’elettore di cui hanno ricevuto il voto. Subito compare una copia della Voter Registration Card, una “tessera elettorale” che ogni cittadino statunitense può richiedere al compimento dei 18 anni e in cui si dichiara repubblicano o democratico. Su questa tessera c’è la firma dell’elettore che, però, può essere diversa, seppur di poco, rispetto a quella apportata sul voto spedito. Anche una leggera incongruenza può dettare l'invalidità di un voto.
La procedura di verifica richiede ore, se eseguita da professionisti in procedimenti penali o legali. Che i dipendenti delle elezioni in molti stati svolgono in cinque secondi. E questo è un problema, soprattutto quest’anno, perché la percentuale dei voti spediti è altissima. E, se la procedura è rispettata, potrebbero esserci altrettanti voti dichiarati non validi.