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Nuova Caledonia, referendum su indipendenza dalla Francia: vincono i "No"

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Con il 53,26% dei voti, la regione dell'Oceania ha rifiutato nuovamente l'indipendenza dalla Francia, la cui sovranità resiste dal XIX secolo. Con un'affluenza attorno all’85,6%, questo nuovo referendum conferma il risultato del 2018, quando il  56,7% degli abitanti scelse di continuare a vivere sotto la Repubblica Francese

La Nuova Caledonia resta francese a tutti gli effetti, ancora una volta. L'arcipelago dell'Oceano Pacifico si trova a circa 1.500 chilometri dall’Australia e venne conquistata dalla Francia nel 1853. Nello stato risiedono 270.000 persone e diversi gruppi etnici tra cui i kanaki (gli indigeni nativi dell’isola) e i caldoche, le persone di discendenza europea, spesso discendenti di persone deportare dalle autorità francesi nei campi di lavoro nella seconda metà dell’Ottocento. Ma nelle isole coabitano anche minoranze polinesiane, indonesiane e wallisiane.  

Il secondo "no" in due anni

Oltre 180.000 elettori sono stati chiamati alle urne per rispondere al quesito: "Vuoi che la Nuova Caledonia ottenga la piena sovranità e diventi indipendente?", oltre la metà di loro ha scelto di votare No. Un risultato che delude i movimenti che da anni provano a richiedere l'indipendenza dallo stato europeo. Dopo una lunga contesa con il Regno Unito, la Nuova Caledonia venne conquistata dalla Francia nel 1853 e quasi da subito nacquero movimenti indipendentisti.

Macron: "Fiducia nella Repubblica"

Il presidente della Repubblica Francese ha fatto sapere di aver accolto con "profondo sentimento di riconoscenza e umiltà" il risultato del referendum in Nuova Caledonia il risultato del referendum in Nuova Caledonia. "Gli elettori si sono espressi - ha proseguito Macron nella sua dichiarazione - e hanno in maggioranza confermato il loro auspicio di mantenere la Nuova Caledonia in Francia. In quanto capo dello stato, accolgo questo segnale di fiducia nella Repubblica"

approfondimento

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Le prime rivolte indipendentiste

Con il passare degli anni, i Kanaki, ovvero la popolazione idigena, sono gradualmente diventati una minoranza e quindi è diventato sempre più difficile farsi sentire. Almeno fino alla fine degli anni '80 del secolo scorso quando il Front de Libération National Kanak Socialist di Jean Marie Tjibaou (FLNKS) organizzò violente proteste crontro il regime coloniale.

Prove di decolonizzazione

Il primo referendum sull’indipendenza venne proposto nel 1987, poi boicottato dagli indipendentisti. Nel 1988 la Francia firmò gli accordi di Matignon, che prevedevano anche l’organizzazione, entro 10 anni, di un referendum sull’indipendenza. Nel 1998 con gli accordi di Numea, la Nuova Caledonia iniziò una transizione ventennale verso la decolonizzazione, comprendendo l’organizzazione di un referendum per l’indipendenza da celebrare entro il 2018 e di altri due nel caso di vittoria degli anti-indipendentisti. Ne resta quindi ancora uno da organizzare, ma la strada per l'indipendenza appare quantomai in salita.

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