Lingue europee, ecco quali sono gli idiomi che rischiano di scomparire

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L’Europa possiede una diversità unica, con circa 100 lingue differenti diffuse in 50 Paesi. Un patrimonio che rischia di scomparire

Secondo uno studio pubblicato dall’Unesco sulle lingue a rischio di estinzione, nel giro di 50 anni la metà di quelle parlate oggi nel mondo scompariranno. L’Europa possiede una diversità linguistica unica con circa 100 lingue differenti diffuse in 50 Paesi. Un patrimonio che rischia di scomparire: secondo l’Atlante delle Lingue in Pericolo dell’UNESCO, soltanto un quarto di queste lingue viene considerato ufficiale dall’Unione Europea. Alcune di esse sono ad alto rischio estinzione, con meno di 100 persone in grado di parlarle. Un turismo sostenibile può aiutare a concentrare maggiore attenzione sulla cultura a cui queste lingue sono legate, offrendo una possibilità di sopravvivenza. Sono davvero numerose, per la maggior parte sconosciute. Eccone alcune.

Lingue germaniche e frisone

I dialetti di origine germanica si trovano in tutta l’Europa Orientale, come eredità dell’Impero Asburgico. La lingua Töitschu, detta anche Altissimo Alemanno, è parlata da una gruppo tra le 20mila e le 40mila persone delle comunità Walser di Svizzera, Italia, Liechtenstein e Austria. La forma di saluto ‘tschau’ sembra essere un incrocio tra il tedesco ‘Tschüss’ e l’italiano ‘ciao’. A Issime, una piccola località della Valle d’Aosta, circa un terzo della popolazione parla ancora questa lingua. Il Sater Friesisch è parlato da un numero compreso tra 1.000 e 2.000 persone nella località di Saterland. Ramsloh nell’area di Cloppenburg è il luogo che ospita il più alto numero di madrelingua. Il dialetto frisone settentrionale è parlato invece da circa 8.000-10.000 persone soprattutto in Schleswig-Holstein, una regione situata nel nord della Germania.

Lingue uraliche e finniche

In Lapponia si sono sviluppate ben 10 lingue sami differenti: ecco perché ci sono 300 modi diversi per dire neve. Alcuni di questi idiomi vengono parlati da meno di 100 persone, e nonostante la comune appartenenza sono molto diversi tra loro. Un esempio? Ciao si dice Bures in Pite Sami e Buörrie Beäjvvie in Ume Sami. Con circa 20 madrelingua sparsi tra 2 villaggi della Russia nordoccidentale, la lingua votica è ad altissimo rischio estinzione. Rappresentava la lingua dei “paesani poco istruiti” e veniva considerata un ostacolo all’apprendimento del russo da parte dei bambini. Nel Golfo di Riga, lungo la costa orientale del Mar Baltico, la lingua livone si è invece ufficialmente estinta: nel 2013 morì, all’età di 103 anni, l’ultima madrelingua, Grizelda Kristina.

Lingue celtiche

Nel Regno Unito si trovano 2 delle lingue a maggior rischio estinzione. Per raggiungere questi luoghi bisogna prendere il treno fino a Liverpool e poi un traghetto per Douglas sull’Isola di Man, dove è possibile visitare il Manx National Heritage Museum, l’unico luogo al mondo dove trovare testimonianze del mannese; l’ultima persona capace di parlarla è deceduta nel 1974. La seconda tappa è a St. Ives in Cornwall, dove vivono i 557 membri della comunità Cornish.

Lingue greche, turche e slave

Per decenni il cappadociano venne considerato completamente estinto, fino alla scoperta di una piccola comunità sparsa nelle regioni centrali e settentrionali della Grecia, come Kavala e Salonicco. Il karaim appartiene alla famiglia delle lingue Turche occidentali; a circa 30 minuti di treno o autobus da Vilnius, si trova la città di Trakai, dove la lingua è ancora piuttosto diffusa e sostenuta dal turismo, grazie alla presenza del suggestivo castello. Il croato molisano, chiamato Slavomolisano, è una lingua slava parlata da circa 1000 persone residenti principalmente nei 3 paesi di Montemitro, Acquaviva Collecroce e San Felice del Molise. Quando i turchi Ottomani si sono spostati verso la Dalmazia, un gruppo di croati è emigrato verso l’Italia lasciando un considerevole patrimonio culturale.

Lingue romanze, normanne e occitane

Il Francoconteese è una langue d’oil strettamente legata al Belgio diffusa in Alsazia, Franca Contea e alcune zone della Svizzera. Lo champenois è parlato nella regione della Champagne e in quella di Reims, ma anche nella regione belga della Vallonia dove gode dello status di lingua regionale protetta. Il lorenese – noto come gaumais perché molto diffuso nella regione del Belgio La Gaume – è parlato da circa 20mila persone nella città di Virton, nella parte meridionale della provincia di Lussemburgo. Ci sono poi il piccardo, diventato famoso grazie al film Giù al Nord e parlato soprattutto nella città di Mons, il bourguignon e il gallo, che resiste nella città di Rennes. Per conoscere le lingue normanne bisogna visitare le città di Guernésiais e Jèrriais, mentre il guardiolo, una lingua occitana, è parlata da solo 350 persone, distribuite tra Francia, Italia settentrionale e soprattutto nel paese calabrese di Guardia Piemontese, una vera e propria isola linguitica.

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