Studio Lancet, popolazione mondiale in calo nel 2100: Italia e Cina dimezzate

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Secondo la ricerca pubblicata sulla rivista scientifica il picco si raggiungerà nel 2064 con circa 9,7 miliardi di persone sul pianeta, poi inizierà l'inversione di tendenza che porterà la cifra a 8,8 miliardi nel 2100. Si prevede che 23 Paesi vedranno ridursi della metà la loro popolazione. Trend opposto per l'Africa sub-sahariana, che vedrà il numero di persone triplicarsi

La popolazione mondiale comincerà il suo declino fra circa 40 anni: secondo uno studio di un team internazionale di ricercatori pubblicato sulla rivista scientifica Lancet, si raggiungerà il picco nel 2064 a circa 9,7 miliardi di persone presenti sul pianeta e poi comincerà l'inversione di tendenza che farà scendere gli abitanti globali a quota 8,8 miliardi a fine secolo, con 23 Paesi che vedranno ridursi le loro popolazioni di oltre il 50%. Tra questi anche l'Italia, a pochi giorni fa dai dati Istat che segnavano un nuovo minimo storico nelle nascite nella Penisola. La previsione sulla popolazione mondiale nel 2100 è di circa due miliardi in meno rispetto alle attuali proiezioni delle Nazioni Unite.

La popolazione si dimezzerà in più di 20 Paesi

Lo studio considera il calo dei tassi di fertilità e i tassi di invecchiamento. Entro la fine del secolo, 183 dei 195 Paesi - senza considerare un afflusso di immigrati - saranno scesi al di sotto della soglia di sostituzione necessaria per mantenere i livelli di popolazione. Più di 20 paesi - tra cui Giappone, Spagna, Italia, Thailandia, Portogallo, Corea del Sud e Polonia - vedranno diminuire il loro numero di almeno la metà.

In Cina previsto dimezzamento, l'Africa sub-sahariana triplicherà 

La Cina dovrebbe passare da 1,4 miliardi di persone di oggi a 730 milioni in 80 anni. L'Africa sub-sahariana, nel frattempo, triplicherà arrivando a circa 3 miliardi di persone, con la sola Nigeria che si espanderà a quasi 800 milioni nel 2100, seconda solo agli 1,1 miliardi dell'India. "Queste previsioni suggeriscono buone notizie per l'ambiente, con meno stress sui sistemi di produzione alimentare e minori emissioni di carbonio, nonché significative opportunità economiche per parti dell'Africa subsahariana", ha scritto l'autore principale dello studio, Christopher Murray, direttore dell'Institute for Health Metrics e Valutazione (IHME) presso l'Università di Washington.

Immigrazione flessibile e sostegno a natalità le soluzioni per i Paesi ad alto reddito

"Tuttavia”, scrive Murray, “la maggior parte dei paesi al di fuori dell'Africa vedrà ridurre la forza lavoro e invertire le piramidi della popolazione, e ci saranno profonde conseguenze negative per l'economia". Per i Paesi ad alto reddito in questa categoria, le migliori soluzioni per sostenere i livelli di popolazione e la crescita economica saranno politiche di immigrazione flessibili e sostegno sociale per le famiglie che vogliono figli, conclude lo studio. "Tuttavia, a fronte del calo della popolazione, esiste un pericolo molto reale che alcuni paesi possano prendere in considerazione politiche che limitino l'accesso ai servizi per la salute riproduttiva, con conseguenze potenzialmente devastanti", ha avvertito Murray.

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