Secondo il New York Times, centinaia di utenti adolescenti e fan del K-pop (il pop coreano) si sarebbero registrati in massa all’evento facendo credere agli organizzatori una grande affluenza, salvo poi non presentarsi
Dietro il flop dell'appuntamento elettorale di Donald Trump a Tulsa, in Oklahoma, ci potrebbero essere almeno in parte anche centinaia di utenti adolescenti di Tik Tok e fan del K-pop, il pop coreano, che avrebbero organizzato in Rete il boicottaggio di massa.
Boicottaggio partito dalla Rete
Secondo quanto ricostruito dal New York Times, utenti del social network si sono registrati in massa all'evento allo solo scopo di far credere agli organizzatori che l’affluenza sarebbe stata davvero grande. I giovani sapevano già che non si sarebbero mai presentati al comizio e hanno incoraggiato i follower a fare altrettanto. A Tulsa, lo staff del presidente si aspettava almeno 1 milione di partecipanti, come aveva annunciato Brad Parscale, presidente della campagna per le presidenziali di Trump. Alla fine, invece, i presenti non sono nemmeno riusciti a riempire il palazzetto che può ospitare 19mila persone.
Il passaparola su Tik Tok
Ma come è partito il boicottaggio? Nel mirino della Rete è finito il tweet dell’account @TeamTrump che l’11 giugno invitava i sostenitori a partecipare al primo comizio del presidente dopo il lockdown: per avere i biglietti, gratis e direttamente sul proprio telefono, era sufficiente registrarsi on line. “A sua insaputa”, il tweet è diventato virale: è stato condiviso da migliaia di fan del K-pop che hanno invitato i followers ad iscriversi all’evento per scherzo. La cosa insomma è sfuggita di mano.
Il plauso di Alexandra Ocasio Cortez
La notizia del “boicottaggio”, dopo l’articolo del New York Times, rimbalza sulle bacheche di Twitter. Persino su Quella di Alezandra Ocasio Cortez che plaude all’iniziativa dei giovani in Rete e si beffa di Brad Parscale, sottolineando come si stato facile fargli credere che così tante persone fossero davvero interessate ad ascoltare le parole del “tuo suprematista bianco”.