Sarah Hijazi, morta suicida l’attivista Lgbt torturata in carcere in Egitto

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La 30enne si è uccisa in Canada, dove viveva. Nel 2017 era stata arrestata per aver sventolato una bandiera arcobaleno durante un concerto a Il Cairo. Liberata e ottenuto l'asilo in territorio canadese, aveva raccontato le violenze subite in prigione

È morta Sarah Hijazi, giovane attivista lgbt egiziana. La 30enne si è uccisa in Canada, dove viveva. Nel 2017 era stata arrestata per aver sventolato una bandiera arcobaleno durante un concerto a Il Cairo. Liberata e ottenuto l'asilo in Canada, dopo una pressante campagna internazionale, aveva raccontato delle violenze e delle torture subite in carcere e aveva continuato a lottare per i diritti, anche lontano dal suo Paese d'origine.

L'addio di Sarah Hijaz

Nella sua ultima lettera, Sarah Hijazi ha scritto: “Ai miei fratelli e sorelle, ho provato a sopravvivere e ho fallito, perdonatemi. Ai miei amici, l'esperienza è dura e sono troppo debole per resistere, perdonatemi. Al mondo, sei stato davvero crudele! Ma io perdono”. Il suicidio è stato confermato dal suo avvocato.

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