Nel rogo scoppiato nel giugno di 3 anni fa hanno perso la vita 72 persone, tra cui gli italiani Gloria Trevisan e il fidanzato Marco Gottardi. Ora è stato proposto un risarcimento per ognuna delle vittime. Ma la famiglia Trevisan, tramite l’avvocato, rifiuta: "Non accerteremo alcun accordo, andiamo in tribunale"
Tre anni fa, nella notte tra il 13 e il 14 giugno 2017, un incendio è scoppiato nella Grenfell Tower di Londra uccidendo 72 persone. Adesso è stato proposto un risarcimento di 68mila euro per ognuna delle vittime del rogo. Tra le persone che quella notte hanno perso la vita ci sono anche gli italiani Gloria Trevisan e il fidanzato Marco Gottardi, ingegneri veneti di 26 e 27 anni. “È una cifra che non accetteremo mai”, ha detto l'avvocato Maria Cristina Sandrin, che nel processo rappresenta la famiglia Trevisan.
La proposta di risarcimento
Sull’incendio (FOTO) è in corso a Londra un processo che vede coinvolte multinazionali e governo inglese. I risarcimenti sono stati proposti nell’ambito di un accordo stragiudiziale. "Noi, e parlo in nome della famiglia di Gloria, che rappresento, non accerteremo alcun accordo, io vado in tribunale", ha dichiarato l'avvocato Sandrin.
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L'avvocato: "Dobbiamo trovare una soluzione comune"
Oggi, 12 giugno, era l'ultimo giorno per presentare richiesta di risarcimento nel processo. Sandrin, come i legali di molte altre famiglie delle vittime e i sopravvissuti della Grenfell Tower, hanno radicato negli Stati Uniti la causa per i risarcimenti chiesti a colossi dell'industria come la Arconic, costruttrice dei pannelli di rivestimento del grattacielo, e la Whirlpool, per il frigorifero dal quale, secondo le indagini (IL RAPPORTO), è partito il rogo. Quanto alla causa nel Regno Unito, Sandrin ha spiegato che "entro sera dobbiamo trovare una soluzione comune con gli altri studi legali incaricati dalle famiglie delle altre vittime". La linea dell'avvocato veronese sarà quella di puntare sul riconoscimento del danno psicologico - "che in Uk è molto considerato" - derivato ai genitori e ai fratelli di Gloria. "Non so se tutti ricordano, ma durante le telefonate con i due ragazzi mentre il fuoco avanzava, queste famiglie assistettero pressoché in diretta alla morte dei loro cari", ha concluso.