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Coronavirus, Elisa prima italiana a testare il vaccino: "Sto bene". Il progetto a Oxford

Mondo

La ricercatrice ha testato il prototipo del vaccino sviluppato dallo Jenner Institute, dipartimento di virologia dell'ateneo oxfordiano. “Sto benissimo” dice tre giorni dopo essersi sottoposta al test. La sua prima iniezione è stata trasmessa in diretta tv dalla Bbc

Elisa Granato è la seconda volontaria, la prima italiana, ad aver testato il prototipo del vaccino sviluppato ad Oxford e che dovrebbe combattere il Covid-19. A tre giorni dal test, cui si è sottoposta il 23 aprile, fa sapere di stare bene: “Sto benissimo”, poi aggiunge un “fin qui” di prudenza. Lo scrive su Twitter sul suo account aperto solo ai follower che, dopo aver inoltrato la richiesta, hanno ricevuto l’approvazione a seguire i thread. Difende così la sua privacy dopo essere stata investita da una popolarità improvvisa. Nella giornata del 26 aprile sui social si erano persino diffuse false notizie circa le sue condizioni di salute. (AGGIORNAMENTI - SPECIALE)

Il test dell’università di Oxford

Elisa, ricercatrice di origini italiane e cresciuta in Germania, il 23 aprile, proprio nel giorno del suo 32esimo compleanno, ha inaugurato subito dopo il collega oncologo Edward O'Neill la prima fase clinica di sperimentazione umana del vaccino messo a punto dal Jenner Institute: il dipartimento di virologia dell'ateneo oxfordiano. (I NUMERI DEL CONTAGIO IN ITALIA - FASE 2, TUTTE LE NEWS).

Iniezione in diretta

La sua prima iniezione è stata trasmessa in diretta tv dalla Bbc (qui sopra la foto di Fergus Walsh) , anche se nessuno sa, tanto meno l'interessata, se le sia stato inoculato il prototipo di vaccino o un placebo: secondo il protocollo abituale di questo tipo di sperimentazioni. "Sono una scienziata e volevo dare il mio sostegno a un progetto scientifico - ha dichiarato alla Bbc -. Personalmente nutro un certo grado di fiducia su questo vaccino".

Il vaccino

Il vaccino non contiene proprio il Covid-19, c'è solo una piccola parte (del suo genoma, ndr.) inserito in un virus differente e non nocivo. In questo modo si evita che possa propagarsi, "ma può potenzialmente (e c'è da augurarselo) attivare il sistema immunitario e proteggerci così dal Covid-19", ha spiegato Elisa Granato. Oxford sta usando una tecnologia per questo progetto di vaccino già sperimentata con successo su altri coronavirus in passato. "Non verrò infettata di proposito col Covid-19, lo studio punta alla produzione di anticorpi, al di là degli eventuali effetti collaterali (come leggeri stati influenzali), e alla copertura immunitaria nel mondo reale nei prossimi mesi", ha concluso con occhio da ricercatrice. Come ad analizzare se stessa per cercare di aiutare il mondo.

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