Coronavirus, app e tamponi in strada: così la Corea del Sud contiene la pandemia

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A fronte di una popolazione di 50 milioni, sono 8mila le persone contagiate e 84 i decessi. I test effettuati sono ad oggi 300mila, fatti anche per strada. Le autorità governative, però, posso avere accesso ai dati personali del paziente

Ad oggi in Corea sono ottomila le persone contagiate dal coronavirus. Fino a un paio di settimane fa, la diffusione del virus viaggiava con la stessa velocità che ha caratterizzato la diffusione in Italia (SPECIALE - MAPPA E GRAFICI DEL CONTAGIO). La situazione ora è totalmente diversa; se nel nostro Paese siamo ancora in fase espansiva (’ultimo bilancio  -  aggiornato alle ore 18 del 17 marzo -  parla di oltre 23mila casi), in Corea la propagazione sembra aver arrestato la sua corsa. Divario, ampissimo, anche sui decessi: oltre 2 mila in Italia, 84 in Corea del Sud (dato aggiornato al 17 marzo).

I test

Come riferisce l’inviato di Sky TG24 Pio D’Emilia, “l’approccio in Corea è stato piuttosto aggressivo”. Sono stati effettuati in Corea del Sud oltre 300mila test: quasi tutti gratuiti, in grande parte effettuati per strada e aperti a tutti coloro che ne sentono l’esigenza. Altro aspetto da non sottovalutare è che la popolazione della Corea del Sud (sono circa 50 milioni) è ubbidiente e sensibile, non ha bisogno dell’emanazione dello stato di emergenza per applicare le norme.

I controlli effettuati con app

Le persone contagiate vengono sottoposte a controlli quotidiani effettuati con una app che, attraverso il proprio smartphone, ne misura la temperatura e invia i dati agli ospedali. Chi è contagiato ha quindi, nelle situazioni meno gravi, la possibilità di restare nella propria abitazione. Va aggiunto, però che tutti i coreani sono stati invitati a sottomettere in modo volontario tutti i loro dati personali. “Ogni volta che una persona viene trovata positiva -  spiega l’inviato in Corea del Sud -  le autorità possono avere accesso al suo telefono ed entrare a conoscenza di tutti i suoi, compresi i movimenti della carta di credito e gli spostamenti fatti negli ultimi 15 giorni. In questo modo, sono le autorità governative che procedono all’identificazione di tutte le persone entrate in contatto con il soggetto che ha contratto il virus”.

Non da ultimo, va specificato che la Corea del Sud è tra i Paesi al mondo con il maggiore numero di posti letto in terapia intensiva.

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