Per le sportive che hanno intrapreso l’azione legale è in atto "un'ingiustizia biologica che non ha nulla a che fare con quello che qualcuno crede sull’identità di genere". Le sportive transgender si difendono: "Questa è discriminazione"
In Connecticut le famiglie di tre ragazze hanno presentato una causa federale per impedire alle atlete transgender di partecipare agli sport femminili. Come riporta il The Guardian, alla base dell'azione legale intentata dalle famiglie c'è la convinzione che consentire le competizioni a queste atlete, che manterrebbero comunque una superiorità fisica sulle ragazze non trans, abbia privato le loro figlie di titoli in pista e opportunità di borse di studio. (MARA GOMEZ È LA PRIMA CALCIATRICE TRANSESSUALE DELLA PRIMERA DIVISIÒN ARGENTINA)
"È un’ingiustizia biologica"
Le tre ragazze da cui è scaturita la protesta sono Selina Soule, studentessa del liceo di Glastonbury, Chelsea Mitchell, del liceo di Canton, e Alanna Smith, del liceo di Danbury. Tutte e tre sono rappresentate dall'organizzazione no profit conservatrice "Alliance Defending Freedom". "Mentalmente e fisicamente, conosciamo il risultato prima ancora che inizi la gara - ha detto Smith, che è anche la figlia dell'ex giocatore di baseball Lee Smith - è un'ingiustizia biologica che non ha nulla a che fare con quello che qualcuno crede sull’identità di genere. Tutte le ragazze meritano la possibilità di competere su un piano di parità".
"Questa è discriminazione"
La causa è incentrata in particolare su due velociste trans, Terry Miller e Andraya Yearwood, che difendono il loro diritto a partecipare a competizioni sportive femminili. "Ho affrontato la discriminazione in ogni aspetto della mia vita e non voglio più rimanere in silenzio - ha detto Miller - Sono una ragazza e sono una corritrice. Faccio atletica leggera proprio come le mie coetanee, per eccellere, fare comunità e dare un significato alla mia vita. È ingiusto e doloroso che le mie vittorie e il mio duro lavoro debbano essere attaccati".
"Corro per la prossima generazione"
"Non smetterò mai di essere me! - ha detto invece Yearwood - Non smetterò mai di correre! Spero che la prossima generazione di giovani trans non debba combattere contro quello con cui sto combattendo io. Spero che possano essere celebrati e non più demonizzati. Io corro per la prossima generazione!"
Impugnato il titolo IX
La causa è stata intentata contro la "Connecticut Association of Schools-Connecticut Interscholastic Athletic Conference" e le commissioni scolastiche di Bloomfield, Cromwell, Glastonbury, Canton e Danbury. "Costringere le ragazze ad essere spettatrici nei loro sport è completamente in contrasto con il Titolo IX, una legge federale progettata per creare pari opportunità per le donne nell'istruzione e nell'atletica leggera", ha affermato l'avvocato Christiana Holcomb. "La politica del Connecticut viola questa legge e ribalta quasi 50 anni di progressi per le donne".
La legge antidiscriminazione
Tuttavia, la "Connecticut Association of Schools" afferma invece che la sua politica segue una legge antidiscriminazione statale, secondo la quale gli studenti devono essere trattati in base al genere con cui si identificano. Dunque la politica adottata è del tutto "appropriata in base alla legge statale e federale". L'American Civil Liberties Union ha dichiarato che rappresenterà le minori e difenderà la politica del Connecticut in tribunale.
La difesa dell’avvocato LGBT
Intanto l'avvocato Chase Strangio, vicedirettore di Trans Justice con il Progetto ACLU LGBT & HIV, ha detto che anche le ragazze trans sono state protette dal titolo IX: "L'idea che la legge protegga solo le persone con cromosomi XX rispetto alle persone con cromosomi XY non si trova da nessuna parte nella storia legislativa del titolo IX - ha spiegato l’avvocato - in qualsiasi regolamento di attuazione o in qualsiasi altro aspetto dell'interpretazione del titolo IX negli ultimi 50 anni dai tribunali".
La situazione negli altri Stati
Secondo Transathlete.com, il Connecticut è uno dei 17 Stati che hanno permesso agli atleti transgender delle scuole superiori di competere senza restrizioni nel 2019. Otto Stati hanno invece regole che rendono difficile per gli atleti trans gareggiare, richiedendo di farlo nella categoria del genere riportato sui loro certificati di nascita, o permettendo loro di partecipare solo dopo aver attraversato procedure di riassegnazione sessuale o terapie ormonali. Yearwood e Miller hanno affermato di essere ancora in fase di transizione, ma hanno rifiutato di fornire altri dettagli.