Proseguono le porteste contro le politiche di Piñera. Duri scontri fra dimostranti e polizia, ieri sera, durante una manifestazione nella zona di Plaza Italia
Continuano le proteste in Cile contro il governo di Sebastián Piñera. Ieri (27 dicembre), nella zona di Plaza Italia della capitale Santiago ci sono stati duri scontri fra dimostranti e polizia durante una manifestazione. Il bilancio è di un morto e numerosi feriti, come riporta l'Istituto nazionale dei diritti umani (Indh) cileno. Nel frattempo, spiega il sito d'informazione Emol, il presidente cileno ha emesso un decreto che convoca il referendum del 26 aprile 2020 con cui il popolo potrà scegliere se cambiare o meno la Costituzione, e in che modo cambiarla.
"Fare chiarezza"
Commentando "l'ultima grande manifestazione dell'anno", l'Indh ha riferito che un cadavere è stato trasportato nella notte al pronto soccorso dell'ospedale all'interno della 'ex Posta Central' della capitale. Alcuni testimoni oculari hanno riportato che la vittima sarebbe caduta in una fossa contenente cavi elettrici mentre si allontanava dal luogo delle proteste. L'Indh ha chiesto alle autorità di chiarire "il piu' presto possibile" le cause del decesso.
Distrutto un centro culturale
I vigili del fuoco hanno comunicato che un incendio ha completamente distrutto il Cine Arte Alameda, uno spazio culturale definito "fondamentale nella scena audiovisiva e musicale di Santiago" dal ministro della Cultura cilena Consuelo Valdés. La dinamica del rogo non è ancora chiara.
Le proteste antigovernative
Nel Paese sudamericano sono in corso contestazioni da due mesi contro il sistema economico di Piñera (FOTO - VIDEO). Le proteste, sfociate in occupazioni delle principali stazioni ferroviare di Santiago e in scontri con la polizia, sono iniziate lo scorso 14 ottobre, quando il governo ha aumentato di 30 pesos cileni (circa 0,036 euro) il biglietto di autobus e metropolitana. La dura reazione del governo è stata stigmatizzata da Amnesty International, che in un rapporto dello scorso novembre ha affermato che "le forze di sicurezza sotto il comando del presidente Sebastián Piñera sono responsabili di attacchi generalizzati e dell'uso di una forza non necessaria ed eccessiva. Migliaia di persone sono state torturate, sottoposte a maltrattamenti o ferite in modo grave".