Rinvenuti anche proiettili dalle forze dell'ordine prima della manifestazione organizzata dal Civil Human Rights, a sei mesi dall'inizio delle proteste contro la Cina. La marcia anti-governativa e pro-democrazia attraversa le principali strade dell'ex colonia britannica
Sono 800mila, secondo le stime degli organizzatori, i partecipanti al primo corteo autorizzato dalla polizia dopo quattro mesi a Hong Kong, che vive una nuova domenica di mobilitazione. Il Civil Human Rights Front, il gruppo che nei mesi scorsi è riuscito a coinvolgere fino a due milioni di persone nelle marce anti-governative e pro-democrazia, per la prima volta da metà agosto, ha ottenuto dalla polizia il via libera all’iniziativa che attraversa le principali strade dell’ex colonia britannica. L'iniziativa celebra i 6 mesi delle proteste partite a giugno contro la legge sulle estradizioni in Cina e diventate poi l'occasione per sollecitare riforme democratiche, a partire dal suffragio universale. Intanto, nell'ambito di un'operazione anticrimine in vista del corteo, la polizia di Hong Kong ha trovato una pistola semiautomatica Glock e 105 proiettili: sono state arrestate 11 persone di cui 8 uomini di età tra i 20 e i 63 anni.
Arresti e manifestanti bloccati
Durante la marcia, c'è stato uno scambio di insulti tra la polizia in assetto antisommossa e i manifestanti a Des Voeux Road Central, snodo viario strategico nel cuore di Hong Kong. In migliaia, secondo i video dei media locali postati online, vorrebbero estendere nel distretto finanziario la marcia pro-democrazia iniziata a Causeway Bay e Wanchai. Poco prima, le forze dell'ordine hanno eseguito l'arresto di diverse persone, quasi tutte vestite di nero, di cui non è ancora nota la ragione.
Le richieste dei democratici alla polizia
Alla vigilia della marcia, il coordinatore del gruppo Jimmy Sham, neo consigliere distrettuale col successo straordinario del fronte pan-democratico alle elezioni locali del 24 novembre, ha invitato la polizia a esercitare moderazione e autocontrollo tenendo aperte le comunicazioni con il Civil Human Rights Front. Ieri, il neo capo della polizia Chris Tang ha promesso, nella sua prima visita a Pechino, che gli agenti avranno un approccio "flessibile", di dura condanna delle violenze e di ascolto.
I controlli prima del corteo
Prima dell'inizio della manifestazione però la polizia di Hong Kong ha effettuato una serie di controlli che hanno consentito di trovare la pistola e i proiettili e di procedere a 11 arresti. Il sovrintendente per il crimine organizzato, Li Kwai-wah, ha riferito che per la prima volta è stata sequestrata un'arma da fuoco nei sei mesi di proteste, oltre a due giubbotti anti-proiettile, coltelli, spade, manganelli e spray urticanti in diversi locali nel centro della città. L'ipotesi è di un uso finalizzato a creare panico durante il corteo di oggi, visto che i proiettili erano stati suddivisi in tre locali diversi lungo il percorso della marcia. Alcuni arrestati, secondo i media locali, sono considerati vicini ai "gruppi radicali" che a ottobre lanciarono le molotov contro la stazione di polizia di Mong Kok. Sabato 7 dicembre, invece i vigili del fuoco hanno rinvenuto liquido infiammabile in bottiglie di vetro in alcuni locali del centro.
Le proteste e gli scontri a Hong Kong
Hong Kong è al suo settimo mese di proteste, originariamente scatenate da una legge sull'estradizione, poi ritirata dalla governatrice Carrie Lam. Decine di manifestazioni sono state organizzate e spesso le iniziative sono sfociate in scontri fra gli attivisti e le forze dell'ordine. Di recente la tensione è salita con l'occupazione del Politecnico da parte dei manifestanti e l'assedio della polizia all'edificio.