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Cile, 10 morti dall'inizio delle proteste. Il Presidente: siamo in guerra. FOTO e VIDEO

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Le ultime due vittime sono rimaste carbonizzate durante l'incendio causato da un saccheggio. Manifestanti attaccano gli uffici dell'anagrafe a sud di Santiago del Cile, bruciandoli e provocando importanti danni. Sono 1500 le persone arrestate nel fine settimana

Resta alta la tensione in Cile dove si protesta contro l'aumento del costo della vita. Manifestanti hanno attaccato gli uffici dell'anagrafe di Lo Espejo, a sud di Santiago, incendiandoli e provocando importanti danni. I danni causati sono importanti perche' sono andati distrutti molti documenti dell'anagrafe.

Dieci vittime

il bilancio delle vittime degli scontri per stada intanto sale a 10. A Santiago si è vissuta un'altra notte di coprifuoco e lo stato di emergenza è stato esteso ad altre città. Il ministro dell'Interno, in un incontro con i media al palazzo della Moneda, ha fatto sapere che sono state arrestate 152 persone per violenze, 40 per saccheggi e 70 per gravi aggressioni (FOTO). "Siamo in guerra contro un nemico potente e implacabile, che non rispetta nulla o nessuno", ha detto il presidente cileno, Sebastian Pinera. Pinera è intanto sotto attacco anche per una immagine che lo ritrae in un ristorante italiano nel centro di Santiago venerdì sera, apparentemente per festeggiare il compleanno di suo nipote, proprio mentre infuriavano gli scontri fra dimostranti e forze dell'ordine.

Due morti in un incendio

Le ultime due vittime sono rimaste carbonizzate durante il saccheggio ad un grande magazzino di materiali per l'edilizia e il bricolage, durante il quale si è sviluppato un incendio. L'incendio si è verificato alla filiale della Costrumart di La Pintana, nella regione metropolitana. Due persone sono morte in un incendio del supermercato a San Bernardo, cinque in una situazione simile a Renca e un'altra a Santiago.

Stato di emergenza, 1500 arresti

Nel quadro dello stato di emergenza che ha portato i militari in strada per la prima volta dal ritorno alla democrazia dalla fine della dittatura di Augusto Pinochet, nel 1990, migliaia di militari sono stati dispiegati nelle strade della capitale. Ma lo stato di emergenza decretato in cinque regioni del Paese e il coprifuoco non hanno fermato i saccheggi e le violenze: autobus carbonizzati, negozi saccheggiati, sono stati ore di violenza come non si vedeva da anni. Sono quasi 1500 il numero delle persone arrestate per le violente proteste nel fine settimana, di cui circa 650 nella sola capitale Santiago. 

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