Brexit, corsa contro il tempo: nessuna svolta nella notte, si continua a trattare

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I team negoziali non hanno fatto progressi sull’accordo di divorzio e le trattative vanno avanti, alla vigilia del vertice Ue e a 2 settimane dal 31 ottobre. Ieri ottimismo dal premier irlandese, con Johnson che avrebbe accettato di fare concessioni sul nodo del confine

Nessuna svolta sulla Brexit. I team negoziali dell'Unione europea e britannici, che hanno continuato le trattative durante una frenetica sessione notturna, non sono riusciti a fare progressi sull’accordo di divorzio. L’ha comunicato un funzionario dell’Ue. I colloqui per cercare un compromesso vanno avanti anche oggi, alla vigilia del cruciale vertice Ue di giovedì e a due settimane dalla data di uscita del Regno Unito (prevista per il 31 ottobre). Il nuovo stallo arriva dopo l’ottimismo espresso ieri dal premier irlandese Leo Varadkar: aveva detto di aver ricevuto indicazioni da Bruxelles sui "progressi" del negoziato. L’intesa tra Ue e Regno Unito sembrava, con tutte le cautele del caso, finalmente vicina. Tanto che alcune voci dicevano che il testo dell’accordo sarebbe stato reso pubblico già oggi. Varadkar non si era sbilanciato sui tempi: "Non è chiaro se riusciremo a rivedere l'accordo di recesso già entro il Consiglio Europeo di giovedì".

Le concessioni di Johnson sul confine irlandese

Ad avvicinare l’intesa - che anche il Guardian dava “a un passo” - sembrava fosse stata la decisione del premier Tory Boris Johnson di fare concessioni per sciogliere il nodo del confine irlandese. Johnson, in particolare, avrebbe accettato qualche forma di controllo doganale fra l'Irlanda del Nord e il resto del Regno Unito. Ottenendo, però, la certezza che Londra e Belfast escano insieme dall'Ue e restino un territorio doganale unico. Anche Downing Street, con molta prudenza, aveva parlato di progressi nella trattativa. "I colloqui continuano e restano costruttivi, ma c'è ancora del lavoro da fare", aveva commentato un portavoce.

Continuano le trattative, corsa contro il tempo

Per i team negoziali dell'Unione europea e del Regno Unito, quindi, continua la corsa contro il tempo: lavorano alla messa a punto di un testo legalmente operativo da sottoporre all'ok formale al vertice dei leader europei di giovedì, prima di passare al vaglio dei parlamentari di Westminster sabato e a quello degli eurodeputati, riuniti in plenaria a Strasburgo la settimana prossima. Non è escluso che, se la quadratura del cerchio non arriverà nelle prossime ore, l'Ue possa convocare a Bruxelles un ulteriore Consiglio europeo straordinario sulla Brexit dopo quello in calendario giovedì e venerdì, ma prima della scadenza del 31 ottobre (data in cui formalmente il Regno Unito dovrebbe uscire dall'Unione europea). Le nuove date potrebbero essere il 28 o il 29, ma la decisione spetta ai leader.

I nodi da sciogliere e l'ipotesi rinvio

Le criticità nelle trattative, comunque, persistono. Il principale nodo da risolvere, a tre anni dal referendum sul divorzio britannico, resta l'integrità del Mercato unico nell'isola divisa tra Irlanda del Nord (parte del Regno Unito) e la Repubblica di Irlanda (Stato membro dell'Ue), evitando il sorgere di barriere fisiche e salvaguardando l'accordo di pace del Venerdì Santo. Nel caso in cui l'accordo in extremis non riuscisse, hanno spiegato fonti diplomatiche europee, il negoziatore capo europeo Michel Barnier raccomanderà durante la riunione degli ambasciatori Ue dei 27 - dove è atteso oggi per l'ultimo aggiornamento prima del Consiglio - di concedere una nuova proroga a Londra. Che Johnson però, com'è noto, non intende chiedere.

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