Repressione proteste Iraq, oltre 100 morti. Media e attivisti: "Decine uccisi da cecchini"

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Secondo la Suprema commissione irachena per i diritti umani il 40% delle oltre 100 vittime è stato ucciso da arma da fuoco. Sono 6.000 invece i feriti. Su social e internet girano video delle uccisioni

Colpite alla testa da pallottole sparate dai cecchini. Sono morte così decine di persone degli oltre 100 uccisi negli ultimi giorni in Iraq durante la repressione governativa delle proteste per il carovita e la corruzione. Il dato emerge dai rapporti preliminari di attivisti e organizzazioni per i diritti umani iracheni, citati oggi dai media, sulle violenze scoppiate una settimana fa e proseguite fino a domenica sera a Baghdad e in altre città del sud del Paese.

Suprema commissione: “Il 40% colpito da arma da fuoco”

Secondo la Suprema commissione irachena per i diritti umani, dei 103 morti accertati e degli oltre 4.000 feriti (ma altre fonti parlano di 111 uccisi e 6.000 feriti) in sei giorni di violenze, il 40 per cento sono stati uccisi o feriti da colpi di arma da fuoco puntati contro il corpo e contro la testa. Solo il 20 per cento è stato vittima di pallottole di gomma. Il restante 40 per cento è stato vittima di lanci di pietre e il 15 per cento di gas lacrimogeni.

Attivisti mostrano uccisioni su web e social

Come riferiscono attivisti delle piattaforme Erfaa Sawtak (Alza la voce) e Thawrat Iraq (Rivoluzione irachena), decine dei manifestanti uccisi da colpi di arma da fuoco sono stati raggiunti da proiettili letali alla testa. Gli attivisti mostrano sui social network e sui siti Internet diversi video che mostrano i momenti di queste uccisioni attribuiti a cecchini col volto coperto appostati sui tetti dei palazzi vicini alle zone dei disordini a Baghdad, Bassora, Nassiriya, Kut e altre città. Finora il governo ha ammesso l'"uso eccessivo della forza" nel gestire le proteste popolari ma non ha commentato le notizie della presenza di cecchini col volto coperto nei luoghi dei disordini.

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