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Siria, Casa Bianca: ritiro riguarda 50-100 soldati. Turchia attacca postazioni curde

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Trump: “Non abbiamo abbandonato i curdi, li stiamo aiutando finanziariamente e con le armi”. Ankara: "Tutte le preparazioni sono state completate per l'operazione" militare. Bombe sul nord-est, al confine con Iraq. Curdi valutano alleanza con Assad

Mentre la Turchia fa sapere che è tutto pronto per l'operazione militare in Siria, gli Stati Uniti precisano che non ci sarà nessun ritiro delle truppe Usa dal Paese. In una conference call con i reporter della Casa Bianca, un funzionario dell'amministrazione Trump ha spiegato che solo “tra 50 e 100 uomini delle forze speciali Usa nel nord della Siria” sono interessati dall’ordine del presidente statunitense. Poi, su Twitter, le rassicurazioni del presidente Donald Trump, accusatonelle scorse ore di abbandonare i curdi, sostenuti e armati per anni nella lotta all'Isis, e lasciare campo libero all'invasione di Ankara: "Potremmo essere nel processo di lasciare la Siria ma in alcun modo abbiamo abbandonato i curdi, che sono gente speciale e meravigliosi combattenti. Stiamo aiutando i curdi finanziariamente e con le armi". Ieri, dopo una telefonata col leader turco Recep Tayyip Erdogan, la Casa Bianca aveva annunciato la svolta: la Turchia "attuerà presto la sua operazione militare pianificata da tempo nel nord della Siria" e le truppe degli Stati Uniti "non saranno più nelle immediate vicinanze". L'artiglieria turca, intanto, avrebbe colpito nella notte la regione nord-orientale siriana al confine con l'Iraq. Dall'altra parte, le forze militari curdo-siriane non escludono di collaborare con il governo di Damasco in funzione anti-turca.

Turchia: "Tutte le preparazioni sono state completate"

L'operazione di terra della Turchia potrebbe entrare nella fase cruciale a breve. Il ministero della Difesa di Ankara, infatti, ha fatto sapere via Twitter che "tutte le preparazioni sono state completate per l'operazione" militare nel nord-est della Siria contro le milizie curde dell'Ypg. "La creazione di una zona di sicurezza/corridoio di pace - si legge ancora nel post - è essenziale per la sicurezza dei siriani e la pace e la stabilità della regione. Le forze di sicurezza turche non tollereranno la creazione di un corridoio del terrore ai nostri confini". Nelle scorse ore, secondo la Sana (l'agenzia governativa di Damasco), i turchi hanno colpito la regione nord-orientale siriana al confine con l'Iraq: ha mostrato foto e video dei bombardamenti avvenuti nei pressi del valico frontaliero di Simalka, tra Iraq e Siria, corridoio vitale per i rifornimenti militari e logistici della Coalizione anti-Isis a guida Usa e per le forze curdo-siriane. Il ministero della Difesa di Ankata ha solo confermato di aver compiuto raid aerei contro obiettivi del Pkk curdo in nord Iraq, aggiungendo di aver "neutralizzato" almeno 12 "terroristi" nelle regioni di Hakurk, Haftanin e Gara.

14mila combattenti siriani filo-turchi in allerta

Intanto, circa 14mila combattenti siriani filo-turchi sono stati allertati dalle forze militari di Ankara in Siria per essere usati nell'eventuale operazione militare turca nel nord-est del Paese. Lo ha detto oggi, citato dai media siriani filo-turchi, Yusuf Hammud, portavoce del "Fronte nazionale siriano", il più ampio raggruppamento di combattenti arabi siriani cooptati dalla Turchia in funzione anti-curda nel nord della Siria.

Curdi valutano alleanza con Assad contro Turchia

Di fronte alle minacce militari turche, come già annunciato nei mesi scorsi, le forze militari curdo-siriane non escludono di collaborare con il governo di Damasco. A ribadirlo è stato Mazlum Abdi, comandante in capo delle forze curdo-siriane nel nord-est della Siria. "Stiamo considerando una partnership col presidente siriano Bashar al Assad con l'obiettivo di combattere le forze turche", ha detto.

“Non c'è nessuna luce verde per un massacro dei curdi” 

Oltre a Trump, anche il funzionario dell'amministrazione ha sottolineato che “non c'è nessuna luce verde nei confronti della Turchia per un massacro dei curdi. Dire questo è da irresponsabili”. E anche aggiunto che “le azione decise dal presidente Trump sono solo mirate a proteggere i nostri soldati”. Il tycoon non vuole metterli in pericolo, ha spiegato il funzionario, e quindi saranno dispiegati in altre basi. Un concetto ribadito anche da Trump. “Ho grande rispetto per le opinioni degli altri e capisco le preoccupazioni. Ma ho fatto campagna per riportare i nostri soldati a casa ed è passato molto tempo. È tempo di farlo”, ha detto il leader Usa rispondendo alle critiche arrivate da molti suoi alleati per la decisione sulla Siria. “Il Califfato è stato sconfitto al 100%”, ha aggiunto il tycoon. Nelle scorse ore aveva scritto su Twitter: "È il momento per noi di sfilarci da ridicole guerre senza fine, molte delle quali tribali, e di riportare i nostri soldati a casa". L’ipotesi di un ritiro delle truppe Usa era già stata ventilata da Trump lo scorso dicembre e aveva provocato le dimissioni, in segno di protesta, dell'allora segretario alla Difesa Jim Mattis.

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