"Era nel posto sbagliato al momento sbagliato", dice lo zio del 33enne lodigiano. L'ostello dove è stato trovato il corpo si trova in una zona turbolenta. Ancora ignote le cause del decesso, in attesa dell'autopsia
E' giallo sulla morte di Andrea Zamperoni, capo chef italiano di Cipriani Dolci, noto ristorante nella stazione newyorchese di Grand Central, scomparso nella notte tra il 17 e il 18 agosto. Il corpo del 33enne lodigiano è stato trovato due giorni dopo all'interno dell'ostello Kamway Lodge, nel Queens, luogo noto per droga e prostituzione. Il procuratore della Repubblica di Lodi ha annunciato l'apertura di un'inchiesta conoscitiva sul decesso di Zamperoni.
Un quartiere problematico
"Era nel posto sbagliato al momento sbagliato", è il pensiero dello zio della vittima, Renato Rosi. Quando è stato rintracciato, grazie a una telefonata anonima, il corpo dello chef era avvolto in una coperta al primo piano dell'ostello, a pochi isolati da casa sua. La zona era notoriamente problematica: solo nel 2019 il 911 era già stato chiamato per ben 25 volte al Kamway Lodge, dove sono stati effettuati almeno due arresti.
Nessun segno di violenza
La famiglia di Zamperoni chiede chiarezza sull'accaduto. Le indagini sono in corso, ma non è ancora nota la causa del decesso: per chiarirla servirà un'autopsia. Sul suo corpo non sarebbero stati rinvenuti segni di violenza. Secondo indiscrezioni, ad accogliere la polizia e indicare loro il corpo sarebbe stata una donna, in quel momento tutta nuda.
I funerali in Italia
I funerali di Andrea, una volta ultimata l'autopsia e sbrigate le pratiche per il rientro della salma, si svolgeranno in Italia, a Lodi, dove il sindaco di Casalpusterlengo (Lodi), Elia Delmiglio, ha deciso che proclamerà il lutto cittadino. "La madre e il padre attenderanno qui la salma", ha detto lo zio dello chef, spiegando come solo il fratello gemello di Andrea sia volato a New York.
Indaga la Procura di Lodi
Straziata dal dolore Oriella Ave Dosi, la mamma di Zamperoni, ha formalizzato la denuncia sulla morte del figlio che sarà trasmessa alla Procura di Lodi nell'ambito dell'indagine aperta sul caso. Un'indagine che il procuratore della Repubblica, Domenico Chiaro, ritiene un "atto dovuto" che "consente di chiedere ufficialmente informazioni all'autorità competente estera per capire meglio cosa è successo, se c'è un reato e se è perseguibile anche in Italia". L'apertura del fascicolo "è un primo passo obbligato, come classicamente avviene in questi casi, per ora con finalità solo conoscitiva da parte nostra".