La nave fermata nello Stretto di Hormuz dai Pasdaran è nel porto di Bandar Abbas: "Si è scontrata con peschereccio e non ha risposto a richiesta di spiegazioni". Libero altro cargo dopo “controlli di sicurezza”. Londra minaccia “conseguenze”, Usa: "Escalation violenza”
È ancora sotto sequestro la Stena Impero, la petroliera britannica con 22 persone a bordo fermata ieri nello Stretto di Hormuz dai Pasdaran, le guardie della Rivoluzione iraniana. La nave è arrivata nel porto di Bandar Abbas, nella provincia iraniana di Hormozgan. In un primo momento era stato fermato anche un altro cargo - anch'esso di proprietà di un armatore britannico ma battente bandiera della Liberia - per dei “controlli di sicurezza”: dopo un po’ è stato lasciato libero di riprendere la navigazione. Altissima la tensione internazionale. Londra ha protestato con forza, minacciando "conseguenze" se l'imbarcazione ancora sotto sequestro non sarà rilasciata. Gli Stati Uniti hanno rafforzato i pattugliamenti aerei nel Golfo.
Le spiegazioni dell'Iran
Ad annunciare l'arrivo della Stena Impero nel porto di Bandar Abbas è stato Allahmorad Afifipour, direttore generale dell'autorità portuale. Ha precisato che il cargo è stato fermato "per essersi scontrato con un peschereccio e per non aver risposto alla richiesta di spiegazioni". "Dopo che la petroliera britannica non ha risposto alle nostre chiamate, abbiamo allertato le forze militari iraniane che si sono mosse in direzione del tanker per indagare sull'incidente", ha spiegato. Ha aggiunto di aver chiesto all'equipaggio della Stena Impero - 22 persone per la maggior parte indiane, incluso il capitano - di rimanere a bordo per motivi di sicurezza. Gli altri componenti dell'equipaggio sono un russo, un filippino e un lituano. Ieri, indicando le ragioni del sequestro, le autorità di Teheran avevano detto genericamente che la nave "non ha rispettato le leggi internazionali della navigazione". Fonti militari iraniane, poi, avevano aggiunto che il cargo sarebbe andato "fuori rotta". Il sequestro è arrivato a poche ore dall’annuncio, sempre dei Pasdaran, del sequestro dell'emiratina Riah, accusata di contrabbando di petrolio, e in risposta al fermo da parte britannica a Gibilterra dell'iraniana Grace 1, avvenuto due settimane fa per presunte violazioni delle sanzioni Ue alla Siria ed esteso per altri 30 giorni.
Londra: azioni "inaccettabili" ed "estremamente preoccupanti"
A Londra, dopo l'incidente, si è riunito il comitato di emergenza Cobra, e il ministro degli Esteri Jeremy Hunt ha denunciato le azioni di Teheran come "inaccettabili" ed "estremamente preoccupanti". Ha poi intimato agli iraniani di liberare la Stena Impero, a meno di non volerne pagare le "conseguenze". Dall'altra sponda dell'oceano, il consiglio di sicurezza nazionale americano ha parlato di "escalation della violenza", mentre il presidente Donald Trump ha annunciato di essersi messo in contatto con gli alleati britannici per decidere insieme il da farsi. Trump - che ha parlato di Iran al telefono anche col francese Emmanuel Macron - ha avvertito Teheran di non fare "nulla di stupido", altrimenti "pagherà un prezzo che nessun altro ha mai pagato". Gli Stati Uniti hanno intensificato i pattugliamenti aerei nello Stretto di Hormuz e le navi da guerra sono in contatto con le imbarcazioni americane che navigano nella zona per garantire la loro sicurezza. Un contingente, poi, si prepara a sbarcare in Arabia Saudita, per unire gli sforzi in funzione anti-Iran.