Australia, licenziata star del rugby per un post omofobo
MondoIl contratto di Israel Folau con i Waratahs è stato rescisso a causa di una "grave violazione del codice di condotta dei giocatori professionisti". L'atleta è stato anche escluso dalla nazionale. Lo scorso 10 aprile aveva scritto "l'inferno attende gli omosessuali"
"È la parola di Dio"
Dopo la decisione di annullare il suo contratto, il rugbista, che si professa un fervente cristiano, si è detto "profondamente dispiaciuto" ma non si è scusato. In un comunicato diffuso in giornata l'atleta ha sottolineato il "privilegio e l'onore" di rappresentare il suo Paese, "facendo lo sport che amo", ma ha spiegato che "da australiani siamo nati con certi diritti, compreso quello di religione e di espressione". Ragione per la quale, ha aggiunto, "credo che sia mio dovere di cristiano condividere la parola di Dio". Concludendo che: "Sostenere le mie convinzioni religiose non dovrebbe impedirmi di lavorare o giocare per il mio club e per il mio paese". Nel comunicato Folau ha voluto ringraziare la sua famiglia e tutti suoi sostenitori, in particolare "coloro che hanno parlato in mia difesa, alcuni dei quali non condividono le mie convinzioni, ma hanno difeso il mio diritto di esprimerle".
Perso anche il contratto di sponsorizzazione con Asics
Il mese scorso Folau è diventato il miglior marcatore della storia del campionato australiano e sarebbe stato sicuramente selezionato per il mondiale che si disputerà il prossimo settembre in Giappone. Oltre a dover rinunciare ad un ricco contratto con il proprio club, che aveva da poco prolungato fino al 2022, l'atleta ha perso anche la sponsorizzazione del marchio di abbigliamento sportivo Asics. Nei scorsi mesi, Folau era stato più volte invitato dalla dirigenza dei Waratahs a non fare commenti omofobi sui social media. In una conferenza stampa organizzata il 17 maggio l'amministratore delegato della federazione, Raelene Castle, ha dichiarato: "Israel è un grande giocatore di rugby e siamo delusi e rattristati dall’accaduto", "ma è nostro dovere lanciare un messaggio chiaro a tutti gli appassionati". Secondo Castle, infatti, "le persone hanno bisogno di sentirsi sicure e benvenute nel nostro gioco indipendentemente dal sesso, dalla razza, dalla religione o dalle tendenze sessuali".