L'Akp del presidente, con gli alleati nazionalisti, conquista il 56% dei comuni, ma perde la capitale. Secondo i dati ufficiali dell'agenzia statale Anadolu, a Istanbul il candidato dell'opposizione ha ottenuto il 48,79%, 25mila voti in più dell'avversario dell'Akp
È una vittoria mutilata quella dell’Akp di Recep Tayyip Erdogan alle elezioni amministrative in Turchia: il partito di governo del presidente e gli alleati nazionalisti hanno conquistato il 56% dei comuni, ma hanno perso Ankara e Istanbul.
Le sconfitte ad Ankara e Istanbul
"Come avviene dal 3 novembre 2002, l'Akp resta con un ampio margine" il primo partito, ha sottolineato ieri sera Erdogan prima di lasciare Istanbul per tornare al palazzo presidenziale di Ankara. Al suo arrivo, per la prima volta da un quarto di secolo, ha trovato però una capitale sfuggita al controllo dei conservatori islamici, con il candidato del socialdemocratico Chp Mansur Yavas che ha rivendicato il successo davanti a una folla in festa. Negli stessi momenti, a Istanbul, si consumava un’altra battaglia, con la differenza tra l'ex premier Binali Yildirim ed Ekrem Imamoglu del Chp calcolata scheda su scheda. Poi, a oltre 24 ore dalla chiusura delle urne, si è definitivamente concluso lo spoglio dei voti che ha decretato Imamoglu vincitore. Secondo i dati ufficiali diffusi dall'agenzia statale Anadolu, il candidato del Chp ha ottenuto il 48,79% dei consensi (4.169.987 voti), circa 25 mila voti in più dell'ex premier Yildirim, candidato dell'Akp, fermatosi al 48,51% (4.146.042 voti). Il partito di Erdogan ha tuttavia già annunciato di voler contestare i risultati, presentando ricorso nei prossimi giorni alla Commissione elettorale suprema (Ysk) di Ankara. Secondo l'Akp, ci sarebbero circa 320mila schede da ricontare.
Coalizione di Erdogan sopra il 50%, ma in calo
A livello nazionale, la coalizione di Erdogan resta sopra il 50%, ma in calo. Il suo Akp è ancora il primo partito con circa il 45% e si fa forte anche del 6% abbondante ottenuto dagli alleati nazionalisti del Mhp. Ma per le opposizioni è comunque una boccata d'ossigeno. Il socialdemocratico Chp è sopra il 30% e la sua Coalizione con l'Ip di centro-destra si avvicina al 40%. Smirne, terza città turca e tradizionale roccaforte laica, resta saldamente nelle loro mani con Mustafa Tunc Soyer. Alla coalizione di governo strappano tutta la fascia mediterranea, togliendo alla destra islamica e nazionalista Adana e Antalya, centri chiave per l'economia e il turismo. Anche i curdi, che si erano concentrati sul Sud-Est del Paese, si riprendono molte città, compresa la loro capitale Diyarbakir. E per la prima volta nella storia turca, un capoluogo di provincia - Tunceli, nell’Est - sarà guidato da un comunista, Mehmet Fatih Macoglu.
Episodi di violenza durante il voto
Il voto è stato accompagnato da gravi episodi di violenza soprattutto nel Sud-Est del Paese, spesso teatro di scontri tra clan rivali durante le elezioni, con almeno quattro morti e decine di feriti. Numerosi anche gli osservatori invitati nella regione dall'Hdp (Partito Democratico del Popolo), tra cui due italiane che sono state brevemente fermate e interrogate dalla polizia.