Un tribunale penale di Appello ha detto sì al ritorno del pregiudicato: su di lui pende condanna in contumacia della magistratura italiana a 30 anni. Secondo i media, i suoi legali faranno ricorso a Corte Suprema. Era stato arrestato nel 2017 dopo latitanza di 23 anni
L’Uruguay ha detto sì all’estradizione in Italia di Rocco Morabito, boss della 'Ndrangheta calabrese che per anni è stato tra i latitanti più ricercati negli Stati Uniti e su cui pende una condanna in contumacia della magistratura italiana a 30 anni di carcere. A confermare l’estradizione, secondo l’Ansa che cita fonti a conoscenza dei fatti, è stato un tribunale penale di Appello dell'Uruguay. Morabito, che ha 53 anni, è stato arrestato in un hotel di Montevideo nel settembre del 2017, dopo 23 anni di latitanza e, come riferisce il settimanale Busqueda, era finito agli arresti in attesa di un processo per falsificazione di documenti. Nei mesi scorsi, racconta il portale locale Subrayado, ha ingaggiato una battaglia legale con la magistratura locale per evitare l'estradizione. I suoi legali ora presenteranno un estremo appello alla Corte Suprema.
La cattura di Morabito dopo 23 anni di latitanza
Morabito, considerato per molti anni “il re milanese della cocaina”, era stato catturato il 3 settembre 2017, dopo 23 anni di latitanza, dalla polizia uruguayana in un hotel di Montevideo (FOTO). Gli agenti lo avevano arrestato nell’albergo in cui risiedeva insieme alla moglie, una 54enne angolana con passaporto portoghese. Il boss si era trasferito da 13 anni nella vicina località balneare di Punta del Este, dove viveva sotto il nome di Francisco Capeletto, una falsa identità brasiliana che gli aveva permesso di ottenere una carta d'identità uruguayana. Gli inquirenti, che credevano che il latitante fosse riuscito a fuggire in Brasile, erano arrivati a un punto di svolta delle indagini per un cavillo burocratico: sei mesi prima, Morabito aveva iscritto una figlia a scuola sotto il suo vero nome, un particolare che era saltato subito agli occhi delle autorità e che aveva permesso l'apertura di un'indagine e la cattura del boss. Ad annunciare l'arresto era stato il ministero degli Interni uruguayano in un post su Twitter, in cui si specificava che - in attesa delle pratiche per l’estradizione in Italia – Morabito sarebbe finito in un carcere del Paese sudamericano. A suo carico, infatti, le autorità uruguayane avevano formulato la duplice accusa di detenzione di documenti falsi e usurpazione di identità.
Chi è Rocco Morabito
Morabito in Italia deve scontare una condanna a 30 anni di carcere per associazione mafiosa e traffico di droga, arrivata dopo che agenti sotto copertura lo avevano sorpreso a pagare 13 miliardi di lire per un carico di droga di quasi una tonnellata. Nel provvedimento di cattura emesso dall'Interpol, e reso noto dal ministero degli Interni uruguaiano, Morabito è accusato di aver fatto parte tra il 1988 e il 1994 di un'organizzazione criminale coinvolta in un traffico internazionale di stupefacenti, nella quale organizzava il trasporto della droga in Italia e la distribuzione a Milano. Morabito è originario di Africo, in provincia di Reggio Calabria. Fino alla sua cattura, era considerato uno dei dieci mafiosi più ricercati in Italia. Il suo soprannome era "'u Tamunga", dalla storpiatura del nome dell'indistruttibile fuoristrada tedesco Dkw Munga. La sua avventura criminale a Milano era iniziata all'età di 25 anni, quando era arrivato in città entrando subito nei canali di controllo dello spaccio di cocaina.