Theresa May: "Questo accordo o la Brexit è a rischio". Falchi Tory e Dup confermano il no

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Londra ha ottenuto a Strasburgo l'inserimento di modifiche "legalmente vincolanti" sul contestato backstop per il confine irlandese allegato all'accordo sulla Brexit. Ma l'attorney general chiarisce: "Il rischio è ridotto, non eliminato"

L’Unione europea e Theresa May hanno annunciato da Strasburgo di aver trovato un compromesso su uno dei punti più contestati dell’accordo per la Brexit. Bruxelles, infatti, si è impegnata a concedere garanzie "legalmente vincolanti" sulla durata non illimitata del backstop: la controversa clausola di salvaguardia del confine aperto fra Irlanda del Nord e Irlanda rispetto alla quale il governo Tory, pressato da buona parte della sua coalizione, non ha mai smesso di chiedere paletti. Alla Camera dei Comuni, la premier inglese, ha invitato tutti i deputati a esprimersi a favore dell'intesa avvertendo che l'alternativa è fra "questo accordo" e il rischio che "la Brexit vada perduta". Ma dalla leader della destra unionista nordirlandese del Dup, Arlene Foster, arriva il "no" all'intesa (IL LIVEBLOG).

Falchi Tory e Dup confermano no a May

Il compromesso, che potrebbe offrire alla premier britannica una via d'uscita di fronte al Parlamento di Westminster e la chance di una ratifica in extremis dell'accordo nel voto cruciale di oggi alla Camera dei Comuni, è stato parzialmente bocciato dal procuratore generale Geoffrey Cox, che raffredda l'entusiasmo della prima ministra: "Il rischio di un backstop si è ridotto, ma non è eliminato". Pollice verso contro l'accordo anche da otto deputati di spicco in rappresentanza dei Tory brexiteer più oltranzisti e degli alleati unionisti nordirlandesi del Dup. Le intese "non soddisfano l'impegno preso dal governo alla Camera dei Comuni di ottenere cambiamenti legalmente vincolanti nell'accordo di recesso", scrivono gli 8, fra cui l'ex ministro conservatore per la Brexit, Dominic Raab, e il capogruppo del Dup, Nigel Dodds (LE PAROLE CHIAVE DELLA BREXIT). Foster, formalizzando la decisione di non sostenere l'accordo, ha riconosciuto "alcuni limitati progressi" fatti negli ultimi colloqui con l'Ue, ma ha spiegato di ritenerli "insufficienti" a tutelare l'Irlanda del Nord dall'eventuale "impatto" del backstop "sull'integrità economica e costituzionale" del Regno Unito.

Cox: "Rischio backstop ridotto, non eliminato". Crolla la sterlina

Il valore giuridico dell'intesa è stato formalizzato oggi dall'attorney general, che però nella cauta revisione del suo parere legale sull'accordo mette in guardia dai rischi tuttora presenti: le intese sono "legalmente vincolanti" e "riducono il rischio che il Regno Unito possa essere trattenuto indefinitamente e involontariamente" nel meccanismo del backstop. Ma non cancellano del tutto un "rischio legale" che "resta invariato" nell'ipotesi di "differenze irreconciliabili" nel negoziato con l'Ue sulle relazioni future, afferma Cox. Parole che hanno causato un crollo della sterlina, che ha perso subito uno 0,7%, trascinata all'ingiù anche dalle prime reazioni scettiche di deputati Tory brexiteer ultrà come John Redwood e Mike Francois sulla possibilità di far rientrare il loro dissenso rispetto al voto di ratifica.

L'Ue spera nel voto favorevole del Parlamento britannico

Il compromesso è arrivato ieri sera, durante i colloqui a Strasburgo tra May, Juncker e il capo negoziatore Michel Barnier. “A volte arriva una seconda possibilità, ma non ci sarà una terza possibilità”, ha detto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker dopo i colloqui con May. “Credo di essere stato molto chiaro, non ci saranno nuovi negoziati”, ha aggiunto. “Servivano cambiamenti legislativi che oggi sono stati concordati. C'è un impegno giuridico a lavorare immediatamente per sostituire al backstop accordi alternativi entro dicembre 2020”, ha spiegato la premier. L'annuncio è stato dato in una dichiarazione ufficiale ai Comuni, dopo le 22 locali, dal vicepremier di fatto David Lidington: l'ultima, estenuante maratona negoziale - ha spiegato - ha partorito "cambiamenti legalmente vincolanti (sul backstop) che rafforzano e migliorano" l'accordo di divorzio raggiunto a novembre e la dichiarazione politica allegata. Dopo Lidington, anche Juncker ha confermato la circostanza da Strasburgo. “Ci siamo accordati per uno strumento vincolante che fornisce chiarimenti e garanzie giuridiche sulla natura del backstop. Raccomanderò che il Consiglio europeo appoggi questo strumento comune, naturalmente deve arrivare un voto favorevole del Parlamento britannico”, ha spiegato. Era stata la cancelliera tedesca Merkel a preannunciare da Berlino già nel pomeriggio lo spiraglio di "un'offerta importante" messa sul tavolo da Juncker e dal capo negoziatore Barnier per provare a venire incontro a May.

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