La Commissione elettorale ha deciso il posticipo per problemi logistici e organizzativi. La campagna elettorale è stata segnata dalla violenza: ieri in un attentato sono state uccise 66 persone, tra le quali 22 bambini e 12 donne
Elezioni rinviate in Nigeria. La Commissione elettorale del Paese africano ha posticipato al 23 febbraio il voto che si doveva tenere oggi per le elezioni presidenziali e politiche, a causa di problemi logistici e organizzativi: i materiali elettorali non sarebbero stati consegnati in alcune aree del Paese. La commissione ha bloccato le votazioni a poche ore dall'inizio e assicurato che fornirà maggiori dettagli. La notizia è stata data dal presidente della Commissione, Mahmood Yakubu, a cinque ore dall'inizio del voto. "È stata una decisione difficile da prendere - ha fatto sapere la Commissione - ma necessaria per il successo delle elezioni e il consolidamento della nostra democrazia". Nel 2015, la Nigeria aveva ritardato le elezioni di sei settimane.
Violenza e fake news prima del voto
La campagna elettorale nel Paese più popoloso dell'Africa, e più grande democrazia del continente, è stata segnata da episodi di violenza e da una sequenza di fake news, compresa la notizia della morte del presidente in carica, Muhammadu Buhari, e della sua sostituzione con un "clone". Gli 84 milioni di elettori dovranno scegliere fra oltre 70 candidati. A poche ore dal voto almeno 66 persone, tra le quali 22 bambini e 12 donne, sono state uccise da un gruppo di uomini armati nello Stato settentrionale di Kaduna.
I due principali candidati
I candidati più accreditati sono lo stesso Buhari - che corre per un secondo mandato - e il leader dell'opposizione, Atiku Abubakar, imprenditore del settore petrolifero che ha fatto del rilancio dell'economia la sua bandiera in un Paese che è il maggiore produttore di greggio in Africa con oltre due milioni di barili al giorno, ma dove la miseria è devastante e il più grande desiderio dei giovani è fuggire. Saranno proprio gli under 35 a decidere chi guiderà la Nigeria. Sono oltre la metà degli elettori registrati in un Paese che ha 196 milioni di abitanti, il 40% dei quali ha meno di 14 anni. Mercoledì i due candidati avevano firmato ad Abuja una sorta di "accordo di pace" per invitare i propri sostenitori "ad astenersi da ogni atto di violenza o che possa compromettere la visione di elezioni libere, giuste e credibili".