L'uomo è sospettato di aver insegnato, ad alcuni degli altri arrestati, l'uso di "strumenti di comunicazione attraverso le nuove applicazioni". I primi sospettati compariranno davanti alla Corte d'Appello di Rabat il 31 dicembre
Un cittadino svizzero da molto tempo residente in Marocco è stato arrestato a Marrakech nell'ambito dell'inchiesta sull'uccisione delle due turiste scandinave. Lo rende noto Bcij, l'ufficio centrale per le investigazioni giudiziarie. Sono una ventina gli arrestati per la vicenda, ma fino ad ora i provvedimenti avevano colpito soltanto cittadini marocchini.
I sospetti sull'arrestato
Secondo quanto riferito dagli inquirenti, l'arrestato, di cui non è stata resa nota l'identità, è nato in Svizzera da genitori marocchini. In seguito ha acquisito anche la cittadinanza spagnola e da diversi anni risiede in Marocco. L'ufficio per le investigazioni ha affermato che si tratta di un individuo "impregnato di ideologia estremista e violenta". L'uomo, in particolare, è sospettato di aver insegnato ad alcuni degli altri arrestati per questo caso l'uso di "strumenti di comunicazione attraverso le nuove applicazioni e di averli "addestrati nelle riprese". In particolare i quattro che avrebbero partecipato in prima persona all'uccisione delle due ragazze, la norvegese Maren Ueland, di 28 anni, e la danese Louisa Vesterager Jespersen, di 24.
L'uccisione filmata e diffusa in Rete
Il duplice omicidio, avvenuto nella notte tra domenica 16 dicembre e lunedì 17 nella piana di Imlil, alle pendici del monte Toubkal, è stato filmato e diffuso in Rete. Le immagini della morte delle due ragazze, e della decapitazione di una delle due, sono arrivate sui cellulari di numerosissimi giovani marocchini. L'ufficio centrale per le inchieste giudiziarie ha arrestato il cittadino svizzero-spagnolo nella sua abitazione a Marrakech. I primi tra gli arrestati nei giorni scorsi compariranno davanti alla Corte d'Appello di Rabat il 31 dicembre.