Otto i Paesi, tra cui l’Italia, che hanno presentato la candidatura. Si tratta di uno dei primi esempi di manifattura umana, che svolge “un ruolo vitale nella prevenzione delle slavine, delle alluvioni, delle valanghe”, spiega l’organizzazione
L'Unesco ha iscritto "L'Arte dei muretti a secco" (COSA SONO) nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell'umanità. È quanto si legge in un post sul profilo Twitter dell'organizzazione che si congratula con gli 8 Paesi europei che hanno presentato la candidatura: oltre all'Italia, Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera. La decisione è stata approvata all’unanimità dai 24 Stati membri del Comitato, riuniti a Port Louis. È la seconda volta, dopo la pratica tradizionale della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria, che viene attribuito questo riconoscimento a una pratica agricola e rurale. "Ancora una volta i valori dell'agricoltura sono riconosciuti come parte integrante del patrimonio culturale dei popoli", ha commentato il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio. "Un giusto riconoscimento a una tradizione che in Italia unisce da nord a sud la Valtellina e la Costiera amalfitana, Pantelleria con le Cinque terre e in Puglia il Salento e la Valle d'Itria, realizzata e conservata nel tempo grazie al lavoro di generazioni di agricoltori impegnati nella lotta al dissesto idrogeologico provocato da frane, alluvioni o valanghe", afferma la Coldiretti.
Le motivazioni dell’Unesco
"L'arte del 'Dry stone walling' riguarda tutte le conoscenze collegate alla costruzione di strutture di pietra ammassando le pietre una sull'altra, non usando alcun altro elemento tranne, a volte, terra secco", spiega l'Unesco nella motivazione del provvedimento. Si tratta di uno dei primi esempi di manifattura umana ed è presente a vario titolo in quasi tutte le regioni italiane, sia per fini abitativi che per scopi collegati all'agricoltura, in particolare per i terrazzamenti necessari alle coltivazioni in zone particolarmente scoscese.
“Ruolo vitale nella prevenzione”
"Le strutture a secco sono sempre fatte in perfetta armonia con l'ambiente e la tecnica esemplifica una relazione armoniosa fra l'uomo e la natura. La pratica viene trasmessa principalmente attraverso l'applicazione pratica adattata alle particolari condizioni di ogni luogo" in cui viene utilizzata, spiega ancora l'Unesco. I muri a secco, sottolinea l'organizzazione, "svolgono un ruolo vitale nella prevenzione delle slavine, delle alluvioni, delle valanghe, nel combattere l'erosione e la desertificazione delle terre, migliorando la biodiversità e creando le migliori condizioni microclimatiche per l'agricoltura".