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Usa, dopo Florence in arrivo gli uragani Isaac ed Helene

Mondo
L'uragano Florence fotografato dal satellite NOAA (Getty Images)

Gli Stati Uniti si preparano ad affrontare la potenza devastante del vortice diretto sulla costa orientale, ma già due nuovi fenomeni si sono formati dietro di lui. Tutto dipende dalla "macchina termica" che si avvia alla fine dell'estate

L'uragano Florence potrebbe aumentare la sua potenza nel corso delle prossime ore. Lo dicono gli esperti che hanno già classificato il fenomeno nella categoria 4 su una scala di 5 e che osservano con apprensione il suo avanzare verso le coste sud-orientali degli Stati Uniti.

Lo scambio di temperature fra le masse d'aria

Il prossimo arrivo di Florence ha già portato all'evacuazione di almeno un milione di statunitensi e alla chiusura di decine di scuole negli stati della Carolina del Sud e del Nord. Al timore per il fenomeno si aggiunge l'apprensione per altri due uragani che seguono, denominati Isaac ed Helene, appena nati e, fino ad ora, molto meno potenti di quello che li precede. È l'inizio di una serie di calamità che ormai vengono reputate inevitabili alla fine dell'estate. Lo ha spiegato Claudio Rafanelli, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, secondo il quale "dopo l'estate le condizioni meteo consentono uno scambio di aria dal polo Nord all'Equatore". Rafanelli ha precisato che "la temperatura delle masse d'aria polari ed equatoriali è molto diversa e lo scambio innesca i cicloni tropicali".

La macchina termica degli uragani

Ad alimentare costantemente il vortice che si forma quando le masse d'acqua si incontrano è l'oceano. Rafaelli ha spiegato che "per trasformarsi in uragano il ciclone tropicale deve sorvolare una superficie d'acqua molto vasta e che abbia una temperatura compresa fra 25 e 27 gradi per una profondità di 50 metri". In questo modo - ha proseguito l'esperto - l'uragano assorbe energia termica dal mare e la accumula al suo interno, formando vortici larghi qualche chilometro, che ruotano sempre più velocemente, con venti fortissimi all'interno, che possono raggiungere 300 chilometri orari. Nasce così quella che gli esperti definiscono una "macchina termica" che ruota vorticosamente spostandosi verso Ovest, fino alle coste degli Stati Uniti. Gli uragani che nascono nell'Atlantico seguono rotte ben precise che vanno dall'Africa verso l'America Centrale. "Avvicinandosi alla costa americana - ha aggiunto Rafaelli - intensificano la potenza, grazie all'energia di scambio tra il mare e l'atmosfera". Il pericolo si disinnesca quando l'uragano arriva a toccare le coste e non può più essere alimentato dall'energia del mare, trasformandosi pertanto in tempesta tropicale.

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