Marocco, dopo 12 anni tornerà il servizio di leva obbligatorio

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Foto d'archivio (Foto Getty)

Il progetto di legge che prevede la reintroduzione dell'obbligo del servizio militare, soppresso nel 2006, verrà discusso a ottobre. Presentato insieme a una riforma del sistema scolastico

Se in Italia il ministro dell'Interno Matteo Salvini pensa alla reintroduzione della leva obbligatoria, in Marocco si è passati dalle parole ai fatti: il governo del Paese nordafricano ha deciso di ristabilire il servizio militare per i ragazzi tra i 19 e i 25 anni.

Ritorno della leva dopo 12 anni

Una decisione presa per favorire "l'integrazione dei giovani nella vita professionale e sociale", secondo quanto si legge in un comunicato del palazzo reale riportato dal quotidiano francese Le Monde. La leva obbligatoria era stata soppressa in Marocco 12 anni fa, alla fine dell'agosto 2006, e all'epoca durava dodici mesi per i maschi tra i 20 e i 35 anni, con apertura alle donne dai 20 ai 27, celibi e senza figli a carico. Il nuovo progetto di legge, presentato lunedì 20 agosto nel corso di un consiglio dei ministri presieduto da re Muhammad VI, prevede la reintroduzione dell'obbligo del servizio militare per le persone con meno di 25 anni che, in caso di esenzione (per motivi di salute o studio) potranno essere richiamate fino al compimento dei 40 anni.

La riforma dell'educazione

La misura, che sarà discussa in Parlamento a ottobre inserita in un più ampio progetto di legge che riguarda le finanze marocchine, è stata annunciata in contemporanea con la riforma dell'educazione. Quest'ultima – basata su un nuovo modello pedagogico e nata dalla volontà di contrastare la dispersione scolastica e l'analfabetismo – prevede di scolarizzare i bambini a partire dai 4 anni e di aumentare di un anno (dai 15 attuali a 16) l'obbligo. "Non dobbiamo più accettare che il nostro sistema educativo funzioni come una macchina che fabbrica legioni di disoccupati", ha detto il re lunedì sera in un discorso alla nazione. Il tasso di disoccupazione in Marocco è alto soprattutto tra i più giovani: secondo l'istituto nazionale di statistica, quattro ragazzi su dieci di quelli che vivono in città non hanno un lavoro; inoltre, la metà dei giovani che un lavoro ce l'ha occupa posizioni sottopagate e il 75% non ha alcuna copertura sociale.

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