Charlottesville, un anno fa il corteo contro i suprematisti bianchi

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Ambra Orengo

Il 12 agosto del 2017 moriva Heather Heyer, investita da un 20enne membro dell’estrema destra americana. La donna stava partecipando a un corteo antirazzista organizzato per protestare contro le manifestazioni del Klu Klux Klan e dell’Alt-right

Heather Heyer è morta un anno fa. Uccisa a 32 anni da un ragazzo di 20 che voleva rivendicare la “supremazia bianca”. La strage di Charlottesville, città universitaria di 47mila abitanti in Virginia, ha segnato il picco dello scontro tra nazionalisti dell’estrema destra americana e antirazzisti. Durante i giorni di manifestazioni che hanno visto i due gruppi contrapporsi per le strade della città, il 12 agosto del 2017 il giovane James Alex Fields Jr si è lanciato alla guida della propria auto contro il corteo antirazzista, uccidendo Heather e ferendo decine di persone. Nel giorno dell’anniversario della strage, i suprematisti bianchi hanno previsto un’altra manifestazione, questa volta davanti alla Casa Bianca, in difesa dei “diritti civili dei bianchi”.

La manifestazione del luglio 2017

Il contesto in cui avviene l’omicidio della 32enne si profila nei mesi e nei giorni precedenti al 12 agosto. Già a luglio, diversi gruppi di estrema destra erano scesi in piazza per contestare la decisione del Comune di rimuovere una statua considerata razzista. Si trattava della statua equestre del generale sudista e schiavista Robert Lee, che guidò le forze della confederazione schiavista durante la guerra civile americana. Il 9 luglio 2017 una cinquantina di membri del Klu Klux Klan hanno manifestato per protestare contro la rimozione. I suprematisti bianchi hanno sfilato armati (come consentito dalla legge statale) e sventolato bandiere confederali, inneggiando al potere bianco e pronunciando slogan antisemiti. Già in quell’occasione, centinaia di contromanifestanti si sono riuniti per protestare contro il raduno, al grido di “No KKK, no all’America razzista, razzisti a casa”. Durante i cortei i due gruppi sono arrivati allo scontro, provocando l’intervento della polizia e l’arresto di 23 persone.

La marcia “Unite the right”

Un mese dopo la prima manifestazione, i suprematisti bianchi del KKK e gli esponenti dell’Alt-right (gruppo di estrema destra xenofoba) si sono dati un nuovo appuntamento in piazza per protestare contro la rimozione della statua al grido di “white lives matter”. L’undici agosto del 2017, i suprematisti hanno organizzato una marcia chiamata “Unite the right”, la più grande degli ultimi decenni. Il blogger di destra Jason Kessler, organizzatore dell’evento, ha detto che la volontà dei manifestanti era quella di "difendere il primo emendamento della Costituzione" che protegge la libertà di espressione e di sostenere "i grandi uomini bianchi che sono diffamati e calunniati negli Stati Uniti". Dopo aver sfilato, fiaccole in mano, davanti all'Università della Virginia in serata, la marcia dei neo-nazisti è proseguita il giorno dopo, il 12 agosto.

L’omicidio di Heather

Il giorno successivo, alla manifestazione suprematista si è contrapposta quella antirazzista. Una situazione che è degenerata quasi subito, costringendo il governatore Terry McAuliffe a dichiarare lo stato di emergenza e a mettere in allerta la Guardia Nazionale. Una decisione che però non ha impedito al ventenne James Alex Fields Jr di travolgere con la propria auto il corteo antirazzista, uccidendo Heather Heyer, assistente legale che nel 2016 citava su Facebook lo slogan post elezioni: “Se non siete indignati, non siete attenti". Il ragazzo è stato poi arrestato con l’accusa di omicidio e l’Fbi ha aperto un’indagine su possibili violazioni di diritti civili, mentre il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, H. R. McMaster, ha parlato di terrorismo. Dopo l’accaduto, diverse manifestazioni contro la violenza si sono tenute in varie città degli Stati Uniti.

Le parole di Trump e le polemiche

Gli avvenimenti di Charlottesville assumono particolare rilevanza se si considera che alle presidenziali del 2016 l’80% degli elettori della città universitaria (la University of Virginia fondata nel 1819 da Thomas Jefferson) ha votato per la candidata democratica Hillary Clinton. Una città liberal e democratica dunque, il cui consiglio comunale ha deciso di disfarsi della statua considerata contraria ai suoi valori. In merito agli avvenimenti del 12 agosto 2017, le reazioni della politica americana sono state immediate. Particolare scalpore hanno scatenato quelle del presidente Donald Trump. I primi commenti, affidati a Twitter ("Non c'è posto per questo tipo di violenza in America", "Condanniamo nei termini più duri la violenza", "L'odio e le divisioni devono finire, e finire ora") sono stati criticati sia da esponenti democratici che repubblicani per non aver condannato esplicitamente il razzismo e il suprematismo bianco. Critiche che sono poi aumentate quando Trump, dopo aver definito i suprematisti “ripugnanti”, ha aggiunto che le responsabilità di quanto accaduto ricadevano “da entrambe le parti”. "C'era un gruppo da una parte, e un gruppo dall'altra", ha detto Trump, aggiungendo che i liberali che avevano organizzato una protesta contro i suprematisti a Charlottesville "hanno attaccato con violenza l'altro gruppo". Affermazioni che hanno scatenato l’indignazione di molti americani, scesi poi in strada per protestare contro il presidente.

La piazza di internet

La piazza principale in cui i gruppi neo-nazisti e di estrema destra americani sfogano la loro aggressività è internet. L’alternative right (Alt-right), ad esempio, è un movimento politico che sul web è nato e si alimenta in gruppi di discussione online, caratterizzati da idee nazionaliste, antisemite e populiste. I big della tecnologia come Facebook, Twitter e Youtube vengono spesso criticati per l’insufficiente controllo sugli account presenti nei loro social. Secondo il quotidiano inglese The Guardian, Jason Kessler, l’organizzatore della marcia del 12 agosto 2017, avrebbe utilizzato il proprio account Facebook per organizzare il nuovo raduno (Unite the Right 2, previsto davanti alla Casa Bianca), prima che la sua pagina venisse segnalata e rimossa.

La marcia, un anno dopo

Il 12 agosto di un anno fa ha segnato il punto massimo del passaggio dei suprematisti bianchi dal web alla vita reale: Unite the Right è stata tra le maggiori manifestazioni neo-nazi organizzate nel Paese. Ma gli scontri e l’omicidio di Heather Heyer hanno messo in piazza la natura dei gruppi dell’estrema destra, scatenando una condanna internazionale e causando non pochi problemi legali a molti dei membri (cause e processi sono in corso, mentre alcuni di questi sono stati arrestati). Tanto che alcuni avrebbero negato di voler partecipare alla marcia di quest’anno che, nelle intenzioni iniziali degli organizzatori, si sarebbe dovuta tenere di nuovo a Charlottesville, ma la città ha negato il permesso.

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