Il ministro dell'Interno, Néstor Reverol, ha parlato di alcuni “terroristi” fermati e ha detto che gli "autori materiali e i mandanti" dell’attacco con i droni bomba sono stati identificati sia all'interno che all'esterno del Paese
Sono sei i presunti responsabili attentatori arrestati per il fallito attacco ai danni del presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, realizzato sabato con "droni esplosivi" durante una parata militare a Caracas (FOTO). Lo ha comunicato il ministro dell'Interno, Néstor Reverol, che non esclude altri arresti nelle prossime ore.
Arresti e perquisizioni
Uno degli arrestati, spiega il ministro, aveva un "ordine di cattura per collegamenti con l'assalto del forte militare Paramacay, nello Stato di Carabobo", un altro invece era già stato arrestato nel 2014 per aver partecipato alle guarimbas (barricate con blocco del traffico) e rimesso in libertà con un beneficio giudiziario. Reverol ha poi ricordato i sette uomini della Guardia nazionale bolivariana (Gnb) rimasti feriti nell'attacco, di cui tre sono ricoverati con prognosi riservata.
Le accuse di Maduro
Già ieri lo stesso Maduro aveva formulato accuse precise contro quelli che ritiene essere i responsabili del fallito attentato, ovvero "l'ultradestra venezuelana alleata dell'ultradestra colombiana". Il presidente venezuelano ha accusato direttamente il presidente della Colombia Juan Manuel Santos, dicendo di non aver alcun dubbio che il suo omologo di Bogotà sia “dietro a questo attentato”.
I momenti dell’attentato
Maduro stava partecipando alla parata militare per l’81esimo anniversario della creazione della Guardia nazionale. Le immagini trasmesse dalla tv mostrano il presidente mentre parla al Paese e poi, alle 17.41 ora locale, si sente un rumore in lontananza, simile a un’esplosione, mentre qualcuno guarda verso l'alto. A quel punto, si vede in un video postato da Russia Today, sul palco corrono uno dopo l'altro quattro uomini della guardia di Maduro con in mano quelli che sembrano giubbotti antiproiettile aperti e li usano come scudo per nascondere alla vista il successore di Chavez che, poi, viene portato via. Poco dopo a parlare è stato il ministro delle Comunicazioni, Jorge Rodriguez, che ha fatto il punto della situazione in diretta tv, confermando che si è trattato di un "attentato" e che il capo dello Stato è rimasto "incolume".