Arkady Babchenko è apparso in una conferenza stampa. I servizi di sicurezza ucraini: "Scoperto un piano per assassinarlo". Mosca: "Operazione di propaganda"
Arkady Babchenko, il giornalista russo critico con il Cremlino, di cui era stata annunciata la morte ieri sera come vittima di un assassinio a Kiev, è vivo. Il cronista è apparso in una conferenza stampa con il capo dei servizi di sicurezza ucraini a Kiev. La sua morte, ha detto quest'ultimo, è stata una messa in scena.
Il piano di Kiev
"E' stato scoperto - hanno aggiungo i servizi - un piano per assassinare Babchenko ed è stata presa la decisione di organizzare un'operazione speciale durante la quale siamo riusciti a raccogliere prove inconfutabili dell'attività terroristica dei servizi speciali russi nel territorio ucraino".
"Chiedo scusa a tutti"
"Chiedo scusa a tutti, e a mia moglie, per l'inferno che ha dovuto sostenere ma non c'era altra alternativa: ringrazio i servizi ucraini per avermi salvato la vita". Così Arkady Babchenko in conferenza stampa: "L'operazione speciale è stata preparata per due mesi, io sono stato messo al corrente un mese fa. Hanno lavorato come matti. Il risultato di questo lavoro si è trasformata in un'operazione che ha portato alla cattura di un uomo.
Mosca: "Operazione di propaganda"
Per Mosca si tratta di un'azione di propaganda. Lo ha scritto su Facebook la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. "Il fatto che Babchenko sia vivo - ha scritto Zakharova - è la notizia migliore, magari fosse sempre così. E' un peccato - ha poi aggiunto la diplomatica - che la messinscena non abbia funzionato in altri casi. Il fatto che in questa storia sia stato inserito l'effetto propaganda è ovvio".