Gran Bretagna: contro gap generazionale, 10mila sterline a neo 25enni

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Liliana Faccioli Pintozzi

Studenti inglesi all'università di Cambridge (Getty Images)

Secondo un rapporto della Resolution Foundation, i giovani inglesi guadagnano meno dei loro genitori alla stessa età. Da qui l'idea: un'eredità di cittadinanza per sostenere la formazione e l'indipendenza economica

La premessa è in un dato di fatto. Se il ventesimo secolo ci aveva abituato a un costante miglioramento delle condizioni di vita di generazione in generazione, un passaggio di testimone garantito a tutti i livelli, il ventunesimo secolo quella promessa l'ha infranta, e i Millennials oggi trentenni guadagnano meno dei "ragazzi" della generazione X alla loro età, con la crisi del 2008 a fare da spartiacque.

A scriverlo, dopo due anni di ricerche, è il think tank britannico Resolution Foundation nel suo rapporto "A New Generational Contract", in cui affronta la situazione nel Regno Unito ma sottolinea un pessimismo generalizzato e comune a tutte le economie avanzate.

Una fotografia in negativo

Un rapporto in cui il think tank scatta una fotografia, e propone alcune soluzioni per sanare la frattura intergenerazionale. La fotografia è nitida. Quella promessa infranta ha ricadute a 360 gradi. Dal mercato del lavoro, più ampio ma decisamente meno tutelato e sicuro; al mercato immobiliare, con i trentenni di oggi che hanno la metà delle possibilità di un trentenne baby boomer di possedere una casa, spendendo allo stesso tempo molto più delle generazioni passate - un quarto del loro reddito - per meno spazio e tempi di trasferimento casa-lavoro più lunghi; per arrivare al dossier pensione, con i fondi privati che vanno bene ma, scrivono gli analisti, senza che nessuno riconosca il rischio che si sta correndo. Per concludere: la ricchezza nel Regno Unito è aumentata, ma non è aumentato il gettito fiscale. Bisogna lavorare sulla redistribuzione.

Tassare i baby boomers

Da qui alcune proposte, come un aumento delle tasse per i baby boomers in modo da finanziare il Servizio Sanitario Nazionale; ma soprattutto una che sta facendo discutere: dare ad ogni cittadino britannico 10mila sterline al compimento del 25mo anno di età, in modo da sostenere e finanziare formazione, imprenditoria, l'acquisto di una casa o la partecipazione ad un fondo pensione - sanando allo stesso tempo magari almeno in parte il rancore sociale.

Così, se in Italia si discute del "reddito di cittadinanza", al di là della Manica si comincia a parlare di una possibile "eredità di cittadinanza", da finanziare attraverso una modifica della tassa di successione. Al momento ogni eredità superiore al milione di sterline è tassata, grazie ad un sistema di sgravi che sarà completamente in vigore nell'anno fiscale 2020-2021, al 40%. Quello che si propone è di sostituirla con una nuova tassa del 20% su tutte le donazioni o eredità fino a 500.000 sterline, e del 30% al di sopra di quella cifra.

Molti sostenitori

Un dibattito che vede schierate realtà autorevoli. A firmare il rapporto infatti non c'è solo David Willetts, esponente conservatore; ma anche, o forse soprattutto, Frances O'Grady, Segretario Generale del Trade Union Congress ovvero della Confederazione dei Sindacati, e Carolyn Fairbairn, direttore generale della Confederation of British Industry, la Confindustria locale. Politica, lavoratori e imprenditori uniti, per cercare di far uscire il paese da uno stallo che rischia di essere fatale perché -dicono - si è rotto l'accordo tacito su cui si basano le democrazie liberali: i giovani si prendono cura degli anziani, e gli anziani aiutano i giovani ad avere una vita migliore della loro.  

Un dibattito appena iniziato, con sostenitori e denigratori uniti però da un filo rosso: il ritratto è fedele, il problema esiste. Ed è arrivato il momento di affrontarlo, o almeno di provarci. 

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