Anche Playboy lascia Facebook: contraddice i nostri valori

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"Le recenti notizie sulla presunta cattiva gestione dei dati degli utenti del social network hanno consolidato la decisione di sospendere la nostra attività sulla piattaforma” fa sapere il gruppo editoriale 

“Abbiamo deciso di cancellare il nostro account da Facebook”, “le linee guida e le politiche aziendali contraddicono i nostri valori”. Con queste parole, Cooper Hefner, chief creative officer e figlio dello storico fondatore della rivista, annuncia di aver scelto di abbandonare il social network e di aderire alla campagna #deleteFacebook lanciata dal co-fondatore di Whatsapp, Brian Acton, dopo lo scandalo Cambridge Analytica.

Via da Facebook

"Le recenti notizie sulla presunta cattiva gestione dei dati degli utenti di Facebook hanno consolidato la nostra decisione di sospendere la nostra attività sulla piattaforma in questo momento. Abbiamo più di 25 milioni di fan sulle nostre pagine Facebook e non vogliamo essere complici nell'esporli alle pratiche riportate", fa sapere il gruppo editoriale. "La piattaforma - aggiunge - continua a essere sessualmente repressiva. E l'emergere della recente ingerenza in un'elezione libera degli Stati Uniti dimostra" quanto sia importante proteggere i dati dei nostri utenti.

Cambridge Analytica

Non si arresta dunque la valanga che ha travolto l’impero di Mark Zuckerberg dopo lo scandalo Cambridge Analytica, la società di consulenza britannica sospettata di aver violato 50 milioni di profili del social network al fine di manipolare il consenso nel voto presidenziale Usa e nel referendum sulla Brexit. Facebook ha già perso in Borsa 14 miliardi e, con il passare dei giorni, aumentano le defezioni. Dopo il cofounder di WhatsApp Brian Acton, le pagine Tesla e SpaceX di Elon Musk, quelle di Will Ferrell e Cher, ora anche il colosso dell'intrattenimento disattiva i suoi account. E quasi nelle stesse ore, arriva la notizia che anche John Edwards, garante della privacy della Nuova Zelanda, ha cancellato la sua pagina Facebook dopo 10 anni: "Il social network viola le leggi del nostro Paese".

Lascia anche il Garante privacy Nuova Zelanda

È Edwards stesso a spiegare il perché attraverso il suo blog Spinoff: "Ogni neozelandese ha il diritto di scoprire quali informazioni possieda un'agenzia su di loro. È un diritto di rilevanza costituzionale". E aggiunge: "Il diritto delle persone di accedere, contestare e correggere dati personali è generalmente considerato "forse la più importante tutela della privacy".

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