Dalle tasse alla sanità, i cittadini estoni possono sfruttare online tutti i servizi della pubblica amministrazione. Ecco come si vive nella repubblica baltica, una piccola silicon valley europea. VIDEO
Dalle tasse alla sanità, cosa si può fare con una carta d’identità
Qui tutti i cittadini hanno una carta d’identità elettronica - e volendo anche una app su smartphone - che, abbinata ad un pin, permette di accedere ai servizi della pubblica amministrazione e non solo. Per pagare le tasse, ad esempio, basta entrare nel proprio profilo e trovare la dichiarazione dei redditi già compilata. Il risultato? Si vede a Ülemiste, quartiere moderno a pochi chilometri dall’aeroporto, sede di diverse start up. Qui si trova anche l’agenzia dell’Entrate: in un mercoledì qualunque è praticamente deserta, così come tanti altri uffici pubblici. Vuoto è anche il commissariato di polizia. Chi vuole, può fare una denuncia di persona ma il sistema più utilizzato dai cittadini è la mail.
Lo sa bene Giuseppe La Marca, ristoratore italiano che da anni vive a Tallinn: “Una volta - racconta a Sky TG24 - mi hanno rubato un tavolino all’esterno del locale. Ho fatto la denuncia su Internet e dopo poche ore la polizia mi ha chiamato per dirmi che avevano ritrovato il tavolo e che potevo andare a ritirarlo. È una città sicura, ci sono telecamere a ogni angolo di strada”. Dalla Rete passa anche il servizio sanitario. Ognuno può così consultare lo storico delle proprie visite. Anche i medicinali vengono prescritti direttamente sulla carta d’identità. Per capire come funziona, basta una visita nella piazza del centro storico dove c’è la farmacia più antica d’Europa: i seicento anni di storia alle spalle non impediscono alla farmacista dietro al bancone di utilizzare un card reader per sapere quale prodotto consegnare ai clienti. Anche qui, i fogli di carta scritti a mano, non esistono.
X-Road: come funziona la piattaforma che gestisce il sistema
La spina dorsale invisibile di questo sistema si chiama X-Road: è la piattaforma, sviluppata dal governo che mette in comunicazione in maniera sicura vari server. E la privacy? Il sistema è fatto in modo che qualsiasi mossa, lasci una traccia. Chiunque, ad esempio, può scoprire se un poliziotto ha controllato i suoi dati. E ogni verifica effettuata senza motivo, è vietata dalla legge. C’è chi, comunque, ha qualche dubbio. Come Mart Stöör, imprenditore e attivista: “Se qualcuno hackera la mia carta d’identità - spiega a SkyTG24 - o se il sistema ha qualche problema, la mia intera vita è andata. Qualcuno può prenderne il controllo. Penso sia un po’ troppo fragile ed è spaventoso se ci pensi”.
Fragile o no, X-Road è stato esportato anche in Finlandia, Azerbaijan, Namibia e alle Isole Faroe. E, assicura il governo, è stato elaborato pensando a una crescita continua degli utenti. Una risposta implicita a chi sostiene che l’ex repubblica sovietica possa permettersi una struttura così agile soltanto grazie alle dimensioni ridotte.
Come funziona X-Road
La “residenza elettronica”
La strategia di questa “silicon valley” europea, dove le diseguaglianze economiche e sociali restano significative, è attirare nuovi cittadini e, soprattutto, nuovi investitori. Con strumenti come la flat tax o il biglietto gratuito sui mezzi pubblici per i residenti a Tallinn. Per chi non se la sente di sfidare il freddo e le lunghe giornate al buio durante l’inverno, c’è uno strumento chiamato “residenza elettronica”. Un documento che chiunque può richiedere da ogni parte del mondo e che consente di firmare contratti in maniera digitale e di aprire in pochi passi un’azienda. Per accedere al programma di “e-Residency” occorre soltanto compilare un modulo online e pagare 100 euro. Dopo i controlli della polizia, nel giro di un paio di settimane, si può andare nella sede diplomatica più vicina (in Italia è a Roma) per lasciare le impronte digitali e ritirare il documento. Da quando è nato il programma, nel 2014, quasi 30mila persone in tutto il mondo sono diventate “cittadini elettronici”. Si tratta per lo più di uomini (l'88%) tra i 30 e i 40 anni. Il nostro è il sesto Paese dal quale sono nate più imprese in Estonia (TUTTI I DATI). Sul Baltico sperano che tra queste attività possa esserci la nuova Skype, il caso estone di maggior successo. Un fermento creativo difficile da intercettare per le strade di Tallinn, fatta eccezione per alcune zone. Come il “Telliskivi creative center”, un ex complesso industriale che adesso ospita spazi di coworking, bar e sedi di organizzazioni non governative.
Gli attacchi informatici e la sicurezza
Ma come affronta il problema della sicurezza informatica un Paese così digitalizzato? Nel 2007 l'Estonia ha subito un grave attacco hacker mai rivendicato ma molto probabilmente opera della Russia, temutissimo vicino di casa. Molti siti istituzionali sono andati giù causando non pochi problemi. Da allora il paese ha rafforzato le misure creando la Cyber Defense League, una squadra di volontari che aiuta le autorità a proteggere il paese da nuovi attacchi.
Oggi, anche su questo fronte, Tallinn rappresenta un’avanguardia. Non è un caso se, anni fa, l'Fbi ha dislocato per la prima volta fuori dagli Usa un esperto di sicurezza informatica e lo ha mandato proprio a Tallinn, per vedere come lavorano gli estoni. Merito di un percorso iniziato da subito, all’indomani dell’indipendenza, nel 1991, quando soltanto la metà degli estoni aveva una linea telefonica. Sei anni dopo, il 97% delle scuole era connesso a Internet. E nel 2003 quasi tutte le aree abitate del Paese erano coperte da una rete Wi-Fi pubblica. Più di recente, nel 2014, è arrivata una battuta a consacrare l’eldorado digitale baltico. L’ha fatta Barack Obama e non si riferiva certo al carattere introverso della popolazione. Parlava del sito Internet dedicato alla sua riforma sanitaria. Un fallimento tecnologico. La soluzione? “Avrei dovuto chiamare gli estoni” (VIDEO).