Belgio, prima condanna secondo la legge anti-sessismo
MondoIl tribunale penale di Bruxelles ha condannato un uomo al pagamento di 3mila euro (o a un mese di prigione) per avere offeso nel 2016 un'agente di polizia con insulti di genere
Prima condanna in Belgio secondo la legge che criminalizza il sessismo in un luogo pubblico. L'ha inflitta il giudice del tribunale penale di Bruxelles a un uomo giudicato colpevole di aver rivolto insulti sessisti a un'agente di polizia donna.
La condanna dell'uomo
L'uomo, al quale è stata inflitta una multa di 3mila euro, è stato ritenuto dai magistrati responsabile di una "grave violazione della dignità della persona a causa del suo sesso", nonché dell'uso di minacce. Il condannato, secondo quanto stabilito dai giudici, ha rivolto osservazioni sessiste dopo essere stato arrestato dall'agente in seguito a una violazione del codice della strada. Il fatto, riportato dal quotidiano belga Le Soir, è avvenuto nel giugno del 2016 quando durante il suo arresto, il giovane ha rivolto insulti di genere all'ufficiale di polizia che lo aveva fermato. Dopo la condanna dell'uomo, del quale non è stato comunicato il nome, il giudice ha tenuto a precisare che il mancato pagamento della multa avrebbe comportato un mese di prigione.
La legge del 2014
Dopo la condanna dell'uomo, Gilles Blondeau, portavoce della procura per il distretto di Halle Vilvoorde, ha dichiarato: "È la prima volta che usiamo questa legge per perseguire qualcuno. È abbastanza comune per le persone arrestate dalla polizia insultare e minacciare. Ma incolpare personalmente una poliziotta a causa del suo sesso è qualcosa di specifico". Secondo Blondeau questo si è rivelato un buon caso per testare la legge perché ha comportato offese concrete e perché queste sono state rivolte davanti a molti testimoni. La legge contro il sessismo è stata inserita nel codice belga nel 2014 in seguito alle accese proteste scatenate dal documentario del 2012 "Femme de la Rue" che denunciava gli abusi subiti dalle donne nelle strade di Bruxelles. Girato con l'ausilio di telecamere nascoste il documentario di Sofie Peeters, ha offerto un rigido resoconto del sessismo quotidiano e delle variegate forme di intimidazioni sessuali lanciate quotidianamente nella capitale belga.