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Trump fa marcia indietro: ristabilito il programma per i "Dreamers"

Mondo

Il governo statunitense tornerà ad accogliere le richieste di naturalizzazione per i figli di immigrati irregolari. Il ripristino del Daca, valido "fino a ulteriori comunicazioni", arriva dopo le polemiche per le frasi shock contro i "Paesi-cesso"

Gli Stati Uniti fanno marcia indietro: il programma di protezione dei Dreamers, gli immigrati irregolari entrati negli Stati Uniti da minorenni, sarà riesumato. La decisione arriva a poche ore di distanza dalle polemiche per le dichiarazioni contro i "paesi-cesso" del presidente Trump e quattro giorni dopo la decisione del giudice federale Californiano William Alsup, che aveva intimato l'amministrazione americana a ripristinare le tutele.

Il passo indietro

Pochi giorni fa, il giudice distrettuale William Alsup aveva accolto la richiesta di fermare l'ordine dell'amministrazione Trump contro il programma di tutela Deferred Action for Childhood Arrivals (noto con l'acronimo Daca), almeno fino alla risoluzione delle varie cause avviate. Nelle intenzioni dell'amministrazione statunitense il programma si sarebbe dovuto chiudere il prossimo 5 marzo. L'ultimo capitolo nella giornata del 13 gennaio, in cui l'amministrazione Trump, preso atto della decisione di Alsup, ha affermato che accetterà nuovamente le richieste, "fino a ulteriore comunicazione". Nella nota ufficiale, comparsa sul sito ufficiale, l'U.S Citizenship and Immigration Service ha comunicato che tutte le persone che in precedenza avevano ricevuto una concessione di protezione nell'ambito del programma DACA, potranno richiedere un rinnovo secondo i termini in vigore a settembre, quelli validi prima del momentaneo annullamento.

Il programma di protezione DACA

Secondo quanto riporta l'agenzia Reuters, inoltre, il Congresso starebbe valutando l'ipotesi di scrivere una legge per concedere lo status legale a tutti i "Dreamers" (circa 800mila). Il "Deferred Action for Childhood Arrivals" fu promulgato dall'amministrazione Obama nel 2012 per impedire che gli immigrati privi di documenti, entrati nel Paese in giovane età, venissero deportati.

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