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Petroliere e disastri ambientali, ecco i precedenti

Mondo
Un'immagine della piattaforma di perforazione "Deepwater Horizon", incendiatasi il 20 aprile 2010 (Archivio Getty Images)

La nave da carico iraniana affondata al largo della Cina è l'ultima di una serie di imbarcazioni e piattaforme petrolifere i cui danneggiamenti hanno provocato serie conseguenze in mare

L'affondamento nel Mar Cinese Orientale della petroliera iraniana Sanchi, con un carico di 136 mila tonnellate di petrolio ultraleggero, ha fatto scattare un nuovo allarme ambientale. L'ennesimo rischio per l'ecosistema marino che fa seguito a una serie di incidenti in navigazione e su piattaforme offshore che hanno messo in pericolo il prezioso habitat dei mari e l'atmosfera. Dal Golfo del Messico alle coste della Galizia, ecco dove si sono verificati i principali precedenti.

Gli incidenti dal 1979 al 1999

3 giugno 1979: esplode nel golfo del Messico il pozzo 'Ixtoc Uno', circa 600mila tonnellate di petrolio finiscono in mare.

20 luglio 1979: collisione, al largo di Trinidad e Tobago, tra le navi liberiane "Atlantic Express" e "Aegean Captain'', in mare finiscono 272mila tonnellate di petrolio.

Marzo 1983: durante la guerra Iraq-Iran, è danneggiato il terminale petrolifero iraniano di Nowruz sul golfo Persico, da cui fuoriescono oltre 600mila tonnellate di petrolio. 

24 marzo 1989: nel golfo dell'Alaska, la petroliera americana "Exxon Valdez" si arena e 40mila tonnellate di greggio  finiscono in mare contaminando circa 1.600 chilometri di costa. 

11 aprile 1991: nel Mar Tirreno, al largo di Arenzano, sulla petroliera cipriota "Haven" scoppia un incendio che affonda la nave. Circa 50mila tonnellate di petrolio finiscono in mare. 

12 dicembre 1999: La petroliera Erika si spezza in due davanti al Golfo di Biscaglia, fra Francia e Spagna. In mare 20mila tonnellate di greggio di una partita destinata all'Italia: contaminati 400 chilometri di costa.

I disastri ambientali del nuovo millennio

19 gennaio 2001: la petroliera "Jessica" si incaglia alle Galápagos: fuoriesce un milione di litri di carburante

19 novembre 2002: la petroliera "Prestige" affonda al largo della Galizia e perde 7mila tonnellate di olio combustibile, inquinando quasi 300 km di costa e 1.500 kmq di oceano. Dopo il disastro la nave viene sigillata con 700 tonnellate di olio, ma nel novembre 2006 una falla provoca un nuovo sversamento. 

11 dicembre 2004: la nave malesiana "Selendang Ayu" si spezza in due nel Mare di Bering, vicino all'Alaska: due milioni di litri di carburante si spargono in acqua. 

7 novembre 2007: un porta-container urta uno dei piloni del Golden Gate Bridge di San Francisco: persi 200mila litri di carburante.

20 aprile 2010: esplode la piattaforma "Deepwater Horizon" della Bp a 66 chilometri al largo della Louisiana, provocando la morte di 11 operai. La struttura affonda e finiscono nel Golfo del Messico cinque milioni di barili di greggio. È la maggiore perdita offshore della storia. 

16 agosto 2011: fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma "Gannet Alpha" di Shell nel Mare del Nord, a 180 km da Aberdeen, in Scozia. 

11 ottobre 2011: Il cargo liberiano "Rena", incagliato a 22 km al largo di Tauranga in Nuova Zelanda, minaccia la barriera corallina Astrolabio con 1.700 tonnellate di idrocarburi.

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