Secondo la ricerca condotta dall'Università di Stanford, i consumatori abituali di cannabis avrebbero un'attività sessuale più frequente (20% in più) rispetto a chi non ne fa uso. Ma avvertono: "Non è dimostrato il nesso causale"
“Sesso, droga e rock ‘n roll” non è più soltanto un modo di dire. Una correlazione esisterebbe davvero, almeno per quanto riguarda le prime due. Uno studio condotto dai ricercatori dell'Università di Stanford avrebbe infatti notato che chi fa un uso frequente di marijuana, fa sesso almeno il 20% in più di chi non la fuma.
Il primo studio su questo argomento
La ricerca, pubblicata sul Journal of Sexual Medicine, è la prima sull’argomento e ribalta completamente la convinzione, diffusa tra scienziati e medici, che il consumo frequente di cannabis diminuisca il desiderio e la performance sessuale. Pur non stabilendo una connessione diretta e causale, “lo studio suggerisce che l’uso frequente di marijuana è associato a una attività sessuale più frequente”, sottolinea Michael Eisenberg, assistente professore di urologia e autore insieme a Andrew Sun della ricerca.
Il risultato si applica a tutte le persone intervistate
Lo studio, cominciato nel 2002, ha analizzato le abitudini di oltre 50mila americani, tra i 25 e i 45 anni, di tutte le etnie, età, livelli di istruzione e benessere economico. E il risultato – un aumento dell’attività sessuale intorno al 20 per cento – “si applica a tutte le persone: di entrambi i sessi, di tutte le età e provenienze, di tutte le religioni, in qualsiasi stato di salute, sposate o single, con o senza figli”, spiegano gli autori. Non solo. Sembra che la marijuana abbia un ruolo attivo nel favorire l’attività sessuale: più aumenta il consumo, più aumenta la probabilità di fare sesso. Ma gli autori sottolineano di andarci cauti: “Lo studio non deve essere mal interpretato. Non prova un nesso causale: non dice quindi che se fumi più marijuana, farai più sesso”.
Il consumo di marijuana negli Usa
Secondo il National Institute on Drug Abuse, più di 20 milioni di adulti americani sono consumatori abituali di marijuana. Un numero in aumento, dato che sono già 29 gli Stati che ne hanno legalizzato l’uso per scopi medici o ricreativi. Il suo status come “droga per la procreazione” è materia di dibattito negli Usa: prima di questo studio, la comunità scientifica si divideva tra chi ne considerava l’uso controproducente e chi invece stimolante per l’attività sessuale.
L'uso in Italia
Secondo la Relazione annuale 2017 sullo stato delle tossicodipendenze in Italia del Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio, nel nostro Paese “la cannabis è la sostanza psicoattiva più diffusa sia tra la popolazione adulta che tra i giovanissimi. Circa un terzo della popolazione ne ha sperimentato gli effetti almeno una volta nel corso della propria vita”.