Il più devastante mai registrato nella storia è stato quello di magnitudo 9.6 nel 1960 in Cile, seguito da quello in Alaska del 1964. Nella top five l'evento del 2011 in Giappone
Il terremoto di magnitudo 8.2 che ha colpito la costa occidentale del Messico (FOTO - VIDEO) alle ore 23.49 locali del 7 settembre 2017 è stato tra i cinquanta più violenti mai registrati nella storia. L’epicentro è stato localizzato nell'oceano Pacifico, vicino alle coste del Chiapas a una profondità di 70km. Questo elemento, insieme al fatto che la zona più vicina sulla terraferma è un’area rurale poco abitata, lontana 1.000 chilometri dalla capitale, Città del Messico, ha permesso di contenere il bilancio delle vittime.
In Cile, Alaska e Sumatra i terremoti più violenti
Il terremoto più violento mai registrato è stato quello di magnitudo compresa fra 9,4 e 9,6 che il pomeriggio del 22 maggio 1960 ha travolto il Cile, accompagnato da un'onda di tsunami alta quasi 11 metri. Migliaia le vittime, ma il numero esatto non è mai stato accertato. Al secondo posto, il sisma di magnitudo 9,2 avvenuto nel 1964 in Alaska; onda di tsunami di oltre otto metri. Il terzo terremoto più intenso, a memoria d'uomo, è stato quello di Sumatra del 26 dicembre 2004: magnitudo compresa fra 9,1 e 9,3, avvenuto in mare aperto ma nonostante ciò accompagnato da uno tsunami che, viaggiando attraverso l'oceano con una potenza sempre maggiore, arrivò a abbattersi sulle coste con una potenza incredibile.
Lo Tsunami in Kamchatka
Occupa il quarto posto per intensità il terremoto del 2011 in Giappone, di magnitudo 9,1. Anche questo è stato accompagnato da uno tsunami. Una delle onde più disastrose mai descritte, è stata invece quella alta fra 15 e 18 metri e generata dal terremoto di magnitudo 9,0 avvenuto nel 1952 lungo le coste della penisola della Kamchatka. Sempre le coste del Cile sono state travolte da un altro violento terremoto nel 1868, di magnitudo stimata fra 8,5 e 9,0. Lo tsunami generato ha raggiunto le coste di Hawaii, Giappone, Australia e Nuova Zelanda.
Il sisma del 1700
Ricostruito sulla base delle testimonianze anche il terremoto che nel 1700 ha sconvolto le nordamericane del Pacifico, generato dalla rottura di una faglia di almeno 1.000 chilometri e con una magnitudo stimata fra 8,7 e 9,2. L'onda di tsunami ha raggiunto le coste del Giappone. Terremoti di magnitudo 8,8 sono avvenuti in Bangladesh (1762), ancora a Sumatra (1853), fra Ecuador e Colombia (1906), e ancora in Cile (2010).
Zona altamente sismica
Quello avvenuto il 7 settembre lungo le coste del Messico, non è quindi il primo sisma che si verifica in quell’area dell’oceano Pacifico. Il terremoto "è avvenuto in una regione molto attiva dal punto di vista sismico e nella quale le scosse sono frequenti", ha osservato il sismologo Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). A scatenarlo è stata la rottura di una faglia di grandi dimensioni, che si estende per un centinaio di chilometri parallelamente alla costa messicana. È una zona nota agli esperti perché è qui che la placca oceanica di Cocos scivola al di sotto delle placche del Nord America e dei Caraibi.
La Placca di Cocos
"Il fatto che la rottura della faglia sia avvenuta all'interno della placca di Cocos è stato un bene", ha detto Amato, perché "se la rottura della faglia fosse avvenuta nella zona di deformazione al confine tra le placche, probabilmente le conseguenze del terremoto sarebbero state molto più pesanti". La deformazione del fondale, ha rilevato l'esperto, sarebbe stata drammatica al punto che avrebbe potuto generare un'onda di tsunami decisamente più alta rispetto a quella registrata.