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Venezuela, rimossa pm anti-Maduro. La risposta: "E' in atto un golpe"

Mondo

La nuova Assemblea Costituente venezuelana, appena insediatasi, rimuove Luisa Ortega Diaz. La ex fedelissima di Chavez  pubblica in Rete le foto dell'imponente schieramento dei militari

Nicolas Maduro va dritto per la sua strada e usa il pugno di ferro. L'Assemblea Costituente di Caracas all'unanimità ha dato via libera alla rimozione della procuratrice generale, Luisa Ortega Diaz, misura che isola ancora di più il Venezuela, espulso dal Mercosur -  per decisione dei capi delle diplomazie di Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay a San Paolo del Brasile -  a causa del mancato rispetto della 'clausola democratica' del gruppo sudamericano. Immediata la replica della pm, che denuncia: "Nel paese è in pieno corso un golpe contro la Costituzione, combatterò fino all'ultimo respiro", ha precisato in una nota. Alla guida della procura generale del paese è stato designato Tarek William Saab, finora Ombudsman (difensore civico) del Venezuela.

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="es" dir="ltr"><a href="https://twitter.com/hashtag/AHORA?src=hash">#AHORA</a> Comunicado de la Fiscal General <a href="https://twitter.com/lortegadiaz">@lortegadiaz</a> al pueblo de Venezuela y la comunidad internacional <a href="https://twitter.com/hashtag/5Ago?src=hash">#5Ago</a> <a href="https://t.co/fhNPdFAmNF">pic.twitter.com/fhNPdFAmNF</a></p>&mdash; Ministerio Público (@MPvenezolano) <a href="https://twitter.com/MPvenezolano/status/893914348074172416">5 agosto 2017</a></blockquote>
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Ortega Diaz, la pm anti-Maduro

Già nella notte a Caracas erano circolati 'rumors' sul fatto che l'attacco alla Ortega Diaz sarebbe stata la prima mossa di Maduro sulla scia dell'insediamento della Costituente tutta 'bolivariana', che ha messo fuori gioco il parlamento controllato dall'opposizione. Fin dal mattino presto decine di uomini della 'guardia nazionale bolivariana', guidati da un colonnello, hanno circondato la sede della procura generale isolando l'area. 

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="es" dir="ltr">Rechazo asedio al <a href="https://twitter.com/MPvenezolano">@MPvenezolano</a>. Denuncio esta arbitrariedad ante la comunidad nacional e internacional <a href="https://twitter.com/hashtag/5Ag?src=hash">#5Ag</a> <a href="https://t.co/un7QWGBGJ7">pic.twitter.com/un7QWGBGJ7</a></p>&mdash; Luisa Ortega Díaz (@lortegadiaz) <a href="https://twitter.com/lortegadiaz/status/893792477362171905">5 agosto 2017</a></blockquote>

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“Siamo sotto assedio”

Poco dopo, mentre cercava di avvicinarsi ai suoi uffici e prima di denunciare "l'assedio" della sede, la procuratrice è stata aggredita dagli uomini della polizia 'chavista'. "Sono stata spintonata, mi hanno attaccato con gli scudi per impedire" di entrare nella sede della procura. "Vogliono nascondere le prove su Odebrecht e sulla corruzione nel paese", ha detto riferendosi allo scandalo delle tangenti che ha al centro il gruppo brasiliano, prima di lasciare la sede della procura in moto, tra due uomini della sua sicurezza. Non solo: "Intendono inoltre nascondere anche le prove delle violazioni dei diritti umani", ha contrattaccato Ortega Diaz, una ex 'chavista' ora implacabile con Maduro: "Non ho paura per me, ma per il mio paese". Giovedì scorso aveva anche aperto un'inchiesta contro i responsabili del Consiglio nazionale elettorale per le accuse di brogli nelle elezioni per la costituente. Da oggi, intanto, non può lasciare il paese e i suoi conti bloccati.

Venezuela fuori dal Merconsur

Proprio sulla base degli ultime decisioni di Maduro - ma non solo - il Mercosur, in una riunione a San Paolo, ha intanto "sospeso in modo indefinito" il Venezuela per il mancato rispetto della 'clausola democratica'. Quella dei ministri degli esteri di Brasile, Argentina e Paraguay è politicamente una espulsione. Nel suo fermo 'no' a Maduro, il gruppo si spinge a chiedere "l'avvio di un processo di transizione politica", oltre che un ritorno della democrazia. In serata, Maduro ha detto ad che la decisione è frutto "dell'oligarchia golpista del Brasile e di quella miserabile dell'Argentina". 

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