"In soli due mesi" l'epidemia si è diffusa in quasi tutti i governatori del Paese, devastato da due anni di guerra. Più di 1.300 le persone morte, di cui un quarto bambini; oltre 200mila i casi sospetti, che aumentano a una media di 5mila al giorno
“La peggiore epidemia di colera del mondo”. È così che Unicef e Oms, l'Organizzazione mondiale della Sanità, hanno definito la situazione nello Yemen. “In soli due mesi”, hanno spiegato, l’epidemia si è diffusa in quasi tutti i governatori del Paese, devastato dalla guerra. Per lanciare l’allarme, hanno rivelato alcuni numeri: più di 1.300 le persone morte, di cui un quarto bambini; oltre 200mila i casi sospetti, che aumentano a una media di 5mila al giorno. La previsione, hanno aggiunto, è che il numero di vittime possa ancora “aumentare”.
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="en" dir="ltr">WHO/<a href="https://twitter.com/UNICEF">@UNICEF</a> statement: The rapidly spreading <a href="https://twitter.com/hashtag/cholera?src=hash">#cholera</a> outbreak in <a href="https://twitter.com/hashtag/Yemen?src=hash">#Yemen</a> has exceeded 200,000 suspected cases <a href="https://t.co/PumcGhaxfb">https://t.co/PumcGhaxfb</a> <a href="https://t.co/0NKhGnTJMh">pic.twitter.com/0NKhGnTJMh</a></p>— WHO (@WHO) <a href="https://twitter.com/WHO/status/878730104289075200">24 giugno 2017</a></blockquote>
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Unicef e Oms al lavoro per cercare di fermare epidemia
Unicef e Oms hanno raccontato che, insieme ai loro partner, stanno lavorando per cercare di fermare l'accelerazione di questa epidemia mortale. “Stiamo lavorando 24 ore su 24 – hanno sottolineato in una dichiarazione congiunta il direttore generale dell'Unicef, Anthony Lake, e il direttore generale dell'Oms, Margaret Chan – per localizzare e monitorare la diffusione della malattia e per raggiungere persone con acqua pulita e adeguate cure sanitarie e igieniche. Le squadre di intervento rapido vanno di casa in casa per dare alle famiglie informazioni su come proteggersi”. Nel comunicato si invitano anche le autorità dello Yemen “ad aumentare i loro sforzi interni per impedire che l'epidemia si diffonda ulteriormente”.
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="en" dir="ltr">As suspected cases in <a href="https://twitter.com/hashtag/Yemen?src=hash">#Yemen</a> exceed 200,000 we are facing the worst <a href="https://twitter.com/hashtag/cholera?src=hash">#cholera</a> outbreak in the world: <a href="https://t.co/I9mW6KUem0">https://t.co/I9mW6KUem0</a> <a href="https://twitter.com/WHO">@WHO</a> <a href="https://t.co/d68Pek3TZZ">pic.twitter.com/d68Pek3TZZ</a></p>— UNICEF (@UNICEF) <a href="https://twitter.com/UNICEF/status/878689268729864192">24 giugno 2017</a></blockquote>
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“Conseguenza di due anni di duro conflitto”
Nel Paese è in corso una guerra cominciata nel 2015. Due fazioni, una appoggiata dai sauditi e l’altra dall’Iran, si contendono la legittimità della guida del governo. “Questa epidemia mortale del colera – hanno detto Lake e Chan – è la conseguenza diretta di due anni di duro conflitto. Il collasso dei sistemi idrici e igienico-sanitari ha tagliato fuori 14,5 milioni di persone dall'accesso regolare all'acqua e ai servizi igienici, aumentando la capacità della malattia di diffondersi. L'aumento dei tassi di malnutrizione ha indebolito la salute dei bambini e li ha resi più vulnerabili alla malattia. Circa 30mila operatori sanitari locali dedicati, che svolgono il ruolo più importante per fermare quest’epidemia, non vengono pagati da quasi 10 mesi. Invitiamo tutte le autorità all'interno del Paese a pagare questi operatori e, soprattutto, invitiamo tutte le parti a porre fine a questo devastante conflitto”.