Australia, risarcimento di 70 milioni di dollari ai rifugiati
MondoIn seguito a una class action il governo australiano ha patteggiato un rimborso per i profughi "ospitati" nel centro di accoglienza dell'isola di Manus e dove erano detenuti in condizioni che violavano i diritti umani
Il governo di Canberra, al termine di una causa conclusa con un patteggiamento, ha accettato di pagare 70 milioni di dollari australiani (poco più di 47 milioni di euro) ai rifugiati detenuti in condizioni che violano i diritti umani nell'insediamento sull'isola di Manus.
Le violenze subite dai migranti
Oltre 1.900 detenuti avevano affermato di aver subito gravi violenze fisiche e psicologiche durante il periodo compreso tra il 2012 e il 2016 nel centro di detenzione per i richiedenti asilo nell'isola del nord della Papua Nuova Guinea. Lo studio legale "Slater and Gordon", che ha condotto la "class action" (la più imponente relativa ai diritti umani mai sostenuta in Australia) ha confermato l'accordo raggiunto con il governo, che ora deve essere ratificato in tribunale.
Le voci dei rifugiati
Tra i rifugiati ci sono persone di diverse nazionalità. Uno di loro, un 35enne iraniano che ci ha trascorso quasi un anno, descrive il centro come "un inferno": "Stavo sempre male e ogni notte piangevo finché non avevo più lacrime". Le denunce di traumi psicologici e fisici, tentativi di autolesionismo e persino attacchi violenti sono stati riportati regolarmente dall'apertura del centro, nel 2012, e tre persone hanno addirittura perso la vita.
Le critiche al governo australiano
L'Australia è stata a lungo criticata nel recente passato, sia internamente che a livello internazionale, per i suoi centri di detenzione "offshore", compreso quello dell'isola di Manus di cui il governo australiano, lo scorso agosto, ha annunciato la chiusura senza però mai fissare una data. Sempre ad agosto 2016, Human Rights Watch e Amnesty International avevano accusato il governo di Canberra di abusi nei confronti dei rifugiati, e di recente persino l'Onu ha bacchettato il Paese per le sue politiche restrittive sull'immigrazione.
Canberra: "Pagamento non è ammissione di responsabilità"
L'ufficio immigrazione del ministero australiano continua a "ritenere false" le dichiarazioni dei migranti, precisando che la decisione di rimborsarli "non è un'ammissione di responsabilità". Esultano però le associazioni per i diritti umani: questa causa potrebbe creare un precedente per i richiedenti asilo nel Paese, ad esempio quelli detenuti nell'isola di Nauru.