Unicef: in Italia sempre più migranti minorenni "invisibili"

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Secondo l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati i minorenni sbarcati in Italia nel 2016 sono stati 28.223 (Getty Images)

Arrivano soli sulle coste del nostro Paese e poi spariscono nel nulla. In un nuovo report l'associazione lancia l’allarme per un fenomeno preoccupante e in aumento

L'Unicef li ha definiti "invisibili". Sono migranti minorenni, bambini e ragazzi, che sbarcano sulle coste italiane senza essere accompagnati da un adulto, per poi sparire nel nulla. Senza che di loro si abbia più alcuna traccia. L’allarme per un fenomeno preoccupante e in aumento arriva da una nuova indagine della Onlus, dal titolo "Sperduti. Storie di minorenni arrivati soli in Italia", condotta in collaborazione con Cnr-Irpps (Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali) e presentata il 30 maggio a Roma. Rispetto al 2012 il numero di minori irreperibili sarebbe quintuplicato, raggiungendo l’apice nel 2015, quando rappresentava il 34% del totale dei minori non accompagnati giunti sulle nostre coste.

I numeri dei minorenni "invisibili"

Nel 2016 i minori irreperibili sono stati 6.508. Il dato emerso nel nuovo report dell’Unicef è allarmante, oltre ad essere in aumento. Visto che dal 2012, quando erano 1.754, il numero è praticamente quintuplicato. L’anno peggiore da questo punto di vista è stato il 2015 quando la percentuale dei minori spariti rappresentava il 34% del totale di bambini e ragazzi non accompagnati. L’anno scorso la percentuale si è attestata sul 27,4%. Stando ai dati dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), su un totale di 181.436 persone sbarcate in Italia nel 2016, i minorenni sono stati 28.223. Di questi, il 92%, cioè circa 25.846, non sarebbero stati accompagnati. La percentuale è cresciuta molto rispetto al 2015 quando i cosiddetti "invisibili" erano 12.630, ovvero il 75% del totale. "Le prime 72 ore dall’arrivo – ha spiegato Paolo Rozera, il direttore generale di Unicef Italia - sono fondamentali. I centri di accoglienza devono favorire l'inclusione sociale, è l'unica cosa che può salvare i ragazzi".

Da dove vengono

Il 79% dei minori irreperibili proviene da Egitto (1.513), Eritrea (1.326), Somalia (1.242), Afghanistan (639), Nigeria (225) e Gambia (195). La fuga – sostiene Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia - coinciderebbe anche con "una precisa strategia volta a proseguire il viaggio verso altri Paesi europei". Tuttavia molti, secondo il portavoce, finirebbero nelle maglie dello sfruttamento sessuale, della droga, della prostituzione e del caporalato. Nelle strutture di accoglienza ci sono soprattutto maschi (93%), anche se le femmine sono in aumento: dal 5-6% degli anni passati ora si raggiunge il 6,9%. L'82% ha 16 o 17 anni.

Uno strumento per arginare il fenomeno

Nel presentare il nuovo rapporto, l’Unicef ha sottolineato come l’indagine rappresenti uno strumento utile per individuare piani di intervento sistematici in modo tale che l'attenzione ai più recenti arrivi via mare non sia dettata solo dallo stato di emergenza. Ad ogni modo, secondo la vicepresidente della Commissione bicamerale Infanzia, Sandra Zampa, anche dopo l'approvazione della legge per la protezione dei minori stranieri non accompagnati, "altre battaglie ci attendono: prima di tutto dobbiamo farla funzionare" e poi serve "un piano per l'infanzia in difficoltà. Dobbiamo far capire che il Paese crede nel futuro".

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