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Blue Whale Game, di cosa si tratta

Mondo

Gabriele De Palma

Credits foto: Flickr/NOAA Photo Library

Dubbi sull'orgine. Intanto su alcuni episodi di autolesionismo e su alcuni suicidi indaga la polizia postale

Perché le balene si spiaggiano? Le spiegazioni avanzate dai biologi marini sono molteplici, ma tra queste nessuno considera esaustiva quella che equipara lo spiaggiamento a un suicidio. La stessa incertezza riguarda l’origine del "Blue Whale Game" o "Blue Whale Challenge": la pratica online di origine russa che indurrebbe gli adolescenti a forme di autolesionismo e al suicidio, e il cui nome si ispira proprio allo spiaggiamento delle balene.

Sostenere che si tratti di una “bufala” è sbagliato, enfatizzarlo pericoloso. "Stiamo indagando ormai da tempo", ha spiegato Nunzia Ciardi, direttore della Polizia Postale, "e posso dire che si tratta di un fenomeno cresciuto a dismisura. Esiste certamente, però stiamo cercando di scoprire in quali dimensioni e soprattutto con quali sistemi. Anche perché si tratta di un fenomeno emulativo e quindi ad altissimo rischio" A partire da questo tema, la polizia postale ha pubblicato alcuni consigli partici per i genitori e per i ragazzi.

Come denunciato da alcuni fact-checker, tra cui Paolo Attivissimo sul suo blog il Disinformatico, esagerare la portata di fenomeni simili può infatti generare pericolosissime imitazioni, "se si continua a parlarne in modo irresponsabile, sensazionalista e acchiappa-click”. 

 

Le prime tracce della Balena

 Le prime tracce di questa pratica macabra, al cui termine c'è il suicidio del partecipante, sono state rilevate in Russia, e risalgono al maggio del 2016, quando il quotidiano Novaya Gazeta collegò molti dei 130 suicidi di minorenni avvenuti nei precedenti sei mesi a una sfida che circolava su alcuni gruppi di Vkontakte, il social network più popolare del paese. La sfida consisterebbe di 50 prove di autolesionismo che un 'master' anonimo sottopone al giocatore volontario. Fino alla cinquantesima e ultima sfida: il suicidio. Una volta iniziato il gioco non si potrebbe più uscirne, pena la rivelazione di clamorosi segreti personali o minacce di violenza fisica.

Errori e ambiguità

All'indomani della pubblicazione dell'articolo, i media russi si sono scatenati alla ricerca di verifiche e approfondimenti. Così come gli inquirenti e i genitori di tutti i giovani suicidi nei Paesi di lingua russa, dal Kazakistan all'Azerbaijan. Giornalisti e magistrati, però, non hanno mai trovato prove che rivelassero l'esistenza di giochi simili. Certo, molte vittime erano iscritte a gruppi in cui si parlava di suicidio, ma non sarebbe emersa nessuna evidenza di sfide progressive programmate, come dimostrato dalle indagini di FreeRadioEurope e Meduza

Secondo il debunker David Puente, "diversi errori sono stati attribuiti all’articolo di Novaya Gazeta, il quale riportava un numero eccessivo di suicidi non tutti collegabili al 'gioco'. L’articolo ha ottenuto due diverse reazioni: ha acceso i riflettori sul caso, portando indirettamente alle indagini che hanno portato all’arresto di Philip e di altri amministratori dei gruppi; ha permesso la diffusione mediatica del “gioco” ispirando diversi imitatori in Russia e all’estero". E ancora: "Le autorità russe si sono dimostrate preoccupate dal fenomeno, che tuttavia non è nuovo. Esistevano ed esistono altri gruppi e altri “giochi” pericolosi, anche più datati, ma quello del “Blue Whale” è stato mediaticamente amplificato".

 

Altre ipotesi 

 Lenta.ru, uno dei quotidiani online più citati dai blogger russi, ha raccolto la testimonianza dal gestore di uno dei gruppi incriminati, More Kitov, che ha confessato che lo scopo era aggregare utenti per aumentare il traffico sul suo gruppo e ricavare più soldi dalle inserzioni pubblicitarie. In alcune immagini sono stati trovati simboli di marchi commercializzati in Russia. Sul web, sono intervenuti anche alcuni fact-checkers autorevoli, come quelli di Snopes, che hanno ricostruito la vicenda e dichiarato il caso 'unproven' (non verificato).

 

Il Blue Whale Game in Italia

Dai dati registrati da Google, l'Italia è il Paese europeo in cui più si è cercato e parlato online di Blue Whale Game. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, Nunzia Ciardi, direttore della Polizia Postale, ha spiegato che "su circa 40 denunce ricevute - ha spiegato la dottoressa Ciardi - abbiamo diversi casi da approfondire. Oltre al tentato suicidio di una ragazza a Pescara, abbiamo scoperto diverse conversazioni tra ragazze che lasciano presumere una dinamica identica a quella scoperta in Russia, anche se non abbiamo ancora riscontro che siano guidate da un "tutor". 

 

Livorno, il vescovo e Le Iene 

Eccezion fatta per un articolo di GlobalVoices pubblicato nel 2016 all'indomani del primo articolo di Novaya Gazeta, in Italia Blue Whale fa il suo ingresso a marzo 2017, quando diversi quotidiani online riprendono  un articolo del Daily Mail. Pochi giorni dopo il vicario del vescovo di Livorno Paolo Razzauti lancia il sospetto che il suicidio di un minorenne livornese possa essere connesso al gioco russo. Gli inquirenti, però, hanno subito smentito questa ipotesi e abbandonato la pista di Blue Whale. A metà maggio un servizio su Le Iene ha raccolto le testimonianze di due compagni di classe a cui il ragazzo avrebbe confessato di partecipare a un gioco suicida. 

 

Le Iene ammettono l’errore

Qualche giorno dopo la pubblicazione di questo articolo, il collettivo online “Alici come prima” ha pubblicato un video in cui vengono analizzati tutti i filmati mostrati nel servizio mandato in onda dalle Iene. Ne è emerso che nessun video aveva un reale legame con Blue Whale: due non erano stati girati in Russia, un altro era russo ma esplicitamente riconducibile a una delusione sentimentale. L'autore del servizio delle Iene, Matteo Viviani, ha successivamente riconosciuto l’errore in un'intervista a Il Fatto Quotidiano, spiegando di aver ricevuto i video da “una tv russa su una chiavetta” e di “non aver fatto tutte le verifiche”.

 

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