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Tensione Turchia-Olanda, Ankara vieta rientro ambasciatore olandese

Mondo
Foto Getty Images

Dopo lo scontro fra i due Paesi iniziate sabato scorso, ha deciso di chiudere lo spazio aereo ai diplomatici dell'Aja. I Paesi Bassi chiedono che vengano ritirate le accuse di nazismo e fascismo. Intanto il ministro di Ankara per l'Europa annuncia: "Rivedere accordo con Ue"

La Turchia non ha intenzione di cedere e di allentare la tensione che si è creata con l’Olanda da sabato scorso. Così Ankara ha deciso di convocare il più alto diplomatico olandese presente in Turchia e di consegnargli due lettere formali di protesta. L’obiettivo: condannare la decisione dell’Aja di impedire i comizi del ministro degli Esteri e di quello della Famiglia turchi previsti nel fine settimana appena passato, a Rotterdam.


Chiuso spazio aereo a diplomatici olandesi - L'Olanda reagisce, e il vicepremier Lodewijk Asscher fa sapere che le accuse di nazismo e fascismo che la Turchia ha rivolto all'Olanda devono "essere ritirate" altrimenti "le relazioni" tra i due Paesi "resteranno difficili". Ma il clima resta teso e in serata Ankara annuncia la decisione di voler chiudere il proprio spazio aereo ai diplomatici olandesi. L'ambasciatore olandese Kees Cornelis van Rij è in questo momento fuori dalla Turchia e di fatto gli viene impedito il rientro. Il vicepremier turco Numan Kurtulmus ha spiegato in una conferenza stampa che le relazioni ad alto livello tra il suo paese e l'Olanda sono così sospese.
 

La convocazione e le due lettere - In giornata il ministero degli Esteri di Ankara aveva convocato il capo della missione diplomatica olandese in Turchia, Dean Feddo Huisinga, al quale sono state consegnate due note ufficiali di protesta. È la terza volta che Huisinga viene chiamato dalle autorità di Ankara a rendere spiegazioni nelle ultime 48 ore. Nei documenti si menziona anche l’uso “sproporzionato” della forza contro i manifestanti turchi in Olanda, in occasione delle proteste scoppiate sulla questione, da Ankara a Istanbul. 

 

La reazione dell'Olanda - Se la Turchia ritirerà quanto detto sul legame tra Paesi Bassi e nazismo, Asscher ha garantito che l'Aja non prenderà alcuna misura contro Ankara perché la priorità è che ritorni la calma tra i due Paesi. Ma l'Olanda ha scelto anche di prendere delle precauzioni per far fronte alla crisi turca: ha allertato i connazionali che si trovano in viaggio per il Paese della Mezzaluna invitandoli a fare attenzione e a evitare gli assembramenti. "Restate in allerta", ed "evitate luoghi molto frequentati", si legge sul sito del ministero degli Esteri olandese.


Tensione alta anche con la Germania - E resta altissima anche la tensione tra Ankara e Berlino, con il presidente turco Erdogan che nel corso di un'intervista televisiva ha accusato la Germania "di sostnere il terrorismo". Da tempo la Mezzaluna accusa la Cancelleria di non prendere in considerazione un dossier inviato da Ankara con i nomi di 4.500 sospettati di terrorismo. Il presidente turco e' tornato sulla detenzione del giornalista turco tedesco di Die Welt, Deniz Yucel. "Anche qui la magistratura e' indipendente e verifichera' se Yucel non e' anche un terrorista o una spia, come credo", ha detto. Rispetto al sostegno incondizionato della Merkel al governo olandese e alla scelta dei due Paesi di vietare comizi elettorali a favore del 'si' e del passaggio al presidenzialismo, sul quale si terrà un referendum, Erdogan ha le idee altrettanto chiare: "Sostengono il no, e finiscono per sostenere i terroristi separatisti e i nemici della Turchia".
 

Il monito da Bruxelles - Sulla tensione tra Olanda e Turchia si è espressa anche l’Ue, attraverso le parole del portavoce del presidente della Commissione Jean Claude Junker che nel fine settimana si è consultato con i leader dell’Unione. “La Ue chiede alla Turchia di astenersi da commenti eccessivi", ha detto il portavoce, "e da azioni che possano esacerbare la situazione, che può essere risolta solo mantenendo un buon canale di comunicazione aperto". Intanto il ministro turco per l'Europa, Omer Celik, ha annunciato di voler rivedere l'accordo con l'Ue sui profughi.

 

Botta e risposta tra Erdogan e Rutte - La situazione tra i due Stati, entrambi alleati Nato, è precipitata quando l’Olanda ha prima vietato l’ingresso nel Paese al ministro degli Esteri turco e poi ha scortato fino al confine con la Germania un altro esponente del governo turco. Le decisioni olandesi hanno spinto il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, a definire gli olandesi “residui nazisti e fascisti”. L’Olanda, ha aggiunto Erdogan, “pagherà il prezzo” per il comportamento “vergognoso” nei confronti dei ministri turchi e, fino ad allora, non ci sarà alcuna riconciliazione. Affermazioni, queste, che sono state definite “folli” dal premier olandese Mark Rutte che ha poi aggiunto: ”Non possiamo avere a che fare con chi fa questo tipo di minacce”. Le tensioni sono arrivate anche nelle strade, con disordini registrati a Rotterdam e la bandiera turca issata sul consolato olandese a Istanbul. Lo scontro rischia di coinvolgere anche altri Stati dell’Europa, con la Danimarca che ha chiesto al premier turco di posticipare la sua visita.

Ankara chiude spazio aereo a diplomatici olandesi - Nella sera di lunedì 13 marzo arriva un ulteriore motivo di tensione. Ankara annuncia infatti l'intenzione di chiudere il proprio spazio aereo ai diplomatici olandesi. Lo ha affermato il vicepremier turco, Numan Kurtulmus, aggiungendo che non sarà permesso all'ambasciatore olandese in Turchia - attualmente in missione fuori dal Paese - di rientrare ad Ankara. "In atto c'è una crisi molto profonda che noi non abbiano né iniziato né tantomeno portata a questo livello", ha aggiunto.

 

Turchi e olandesi alle urne - In Turchia, il prossimo 16 aprile, si voterà per il referendum costituzionale che, se approvato, allargherebbe di molto i poteri del presidente Erdogan. I ministri di Ankara stanno conducendo una serie di incontri in Europa per promuovere il “sì” tra i turchi che risiedono all’estero e, proprio per questo, volevano tenere dei comizi anche nei Paesi Bassi. Ma per il governo olandese, non c'erano le condizioni necessarie a garantire “la sicurezza pubblica”. Anche la stessa Olanda, però, il 15 marzo, andrà alle urne fra incertezze e un grande successo dei movimenti antieuropeisti e xenofobi.

 

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