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Papa Francesco: quattro anni di mite rivoluzione

Mondo
Foto Getty Images

Era il 13 marzo del 2013 quando Jorge Mario Bergoglio si affacciava per la prima volta su piazza San Pietro per parlare ai fedeli. Oggi è considerato un pontefice innovatore, capace di mettere al centro del suo pontificato il dialogo con il mondo

Quattro anni di pontificato: tra dialogo e apertura alle esigenze del mondo esterno. Era il 13 marzo del 2013 quando, nella Cappella Sistina, Jorge Mario Bergoglio veniva eletto scegliendo il nome del santo di Assisi. Da allora, il suo atteggiamento mite ma risoluto ha segnato quella che molti hanno definito come “una rivoluzione” all’interno della Chiesa cattolica. 

 

Un papa latinoamericano - “Fratelli e sorelle buonasera”, aveva esordito Bergoglio parlando per la prima volta alla folla di San Pietro, non appena eletto Papa. “Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo” il nuovo vescovo di Roma, aveva scherzato. E in effetti Jorge Mario Bergoglio è nato e cresciuto lontano dalla capitale italiana, a Buenos Aires, in Argentina, città di cui è stato anche arcivescovo. Ed è lui ad essere diventato il primo pontefice di origini latinoamericane della storia. 

 

L'attenzione per la società e le crisi internazionali: da Cuba alla Siria - Da subito l’atteggiamento di Papa Francesco si è dimostrato di grande apertura e di dialogo con la società, nonché di profonda attenzione alle questioni internazionali, come quella del disgelo tra Cuba e gli Stati Uniti a cui Bergoglio ha partecipato in prima persona. Il pontefice, in questi quattro anni, ha visitato tutti e due i Paesi e si è detto “contento per il riavvicinamento di due popoli”. Ma Francesco ha anche affrontato altre questioni: dalla guerra in Siria, al traffico di esseri umani, fino alla povertà che affligge troppe persone e troppi Paesi.

 

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Il "papa Pop" che parla ai giovani - Proprio per il suo atteggiamento innovativo, il magazine Rolling Stone, che ha dedicato a Francesco la copertina del 9 marzo, ha definito il pontefice un “papa Pop”. E Bergoglio ha dimostrato di esserlo nelle sue molte visite per ascoltare i fedeli, nelle periferie romane così come nei suoi viaggi all’estero, non sottraendosi alle richieste delle strette di mano o dei più moderni selfie scattati dai giovani. Inoltre, il papa ha avuto nel corso degli anni molti incontri con gruppi di bambini nei quali ha cercato di rispondere alle domande che gli hanno rivolto i più piccoli esprimendosi in maniera semplice e scherzosa.

 

Un pontificato lontano dallo sfarzo - Francesco, fin dal 2013, ha detto di voler condurre una vita lontana dallo sfarzo e dalle ricchezze che spesso hanno caratterizzato il clero. E ha tenuto fede al suo impegno: il pontefice è stato ritratto mentre pagava un conto in una residenza cattolica - la foto ha fatto il giro del mondo - o mentre si recava in una farmacia per acquistare un paio di scarpe, oppure ancora mentre comprava un paio di occhiali in un negozio romano. E lo sfarzo è scomparso anche nel pastorale scelto da Francesco per il suo primo viaggio a Lampedusa. Non c'era più l’oro sulla sua croce, perché era stato sostituito con il legno, lo stesso delle barche dei migranti che si inabissano durante i viaggi della speranza.

 

I quattro anni di Pontificato: le tappe fondamentali

 

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I viaggi storici, da Auschwitz ad Amatrice - Uno dei viaggi storici di Francesco è stato quello ad Auschwitz, nell’ex campo di concentramento nazista. Quelle immagini sono entrate nella storia: il papa ha scelto di incamminarsi da solo verso la costruzione, mentre il suo volto appariva visibilmente segnato dal dolore. Poi, durante la visita in automobile al campo di sterminio, un’altra scelta unica: Francesco è sceso dalla macchina e si è fermato a pregare, da solo, per diversi lunghi minuti su una panchina. Sempre da solo, il papa si è fatto ritrarre dai fotografi anche ad Amatrice, la cittadina colpita dal sisma dello scorso agosto che il pontefice ha voluto raggiungere dopo il terremoto.

 

Poca sicurezza e molti contatti con i fedeli - Il protocollo per papa Francesco non esiste: accetta la bevanda argentina chiamata "mate" quando gli viene offerta, senza che vengano effettuati controlli di alcun genere su quello che il pontefice sta per bere. Inoltre, Bergoglio ama il contatto con la gente che incontra. A Napoli, l’episodio più pittoresco: un gruppo di suore di clausura ha attorniato il papa portandogli doni e circondandolo completamente, finché la sicurezza non è intervenuta.

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