Il Pontefice ha celebrato l’apertura della Quaresima nella basilica di Santa Sabina all'Aventino a Roma, invitando i fedeli a spogliarsi “di ciò che ci isola, ci chiude e ci paralizza”
No alle “spiritualità che riducono la fede a culture di ghetto e di esclusione”. Così Papa Francesco durante la messa del mercoledì delle Ceneri nella basilica romana di Santa Sabina all'Aventino. Dopo aver parlato della Quaresima nell’udienza di stamattina in piazza San Pietro, il Pontefice ha tenuto un momento di preghiera nella chiesa di Sant'Anselmo e ha poi preso parte alla processione verso Santa Sabina accompagnato da cardinali, arcivescovi, vescovi, monaci benedettini, padri domenicani e alcuni fedeli.
No all'esclusione - "Quaresima è il tempo di dire no all'asfissia che nasce da intimismi che escludono, che vogliono arrivare a Dio scansando le piaghe di Cristo presenti nelle piaghe dei suoi fratelli: quelle spiritualità che riducono la fede a culture di ghetto e di esclusione", ha detto Papa Francesco durante la celebrazione della messa con il rito di benedizione e di imposizione delle ceneri, aggiungendo che bisogna “fare spazio nella nostra vita a tutto il bene che possiamo operare, spogliandoci di ciò che ci isola, ci chiude e ci paralizza”
"Tempo di memoria" - Il Pontefice ha definito la quaresima “tempo di memoria”, invitando i fedeli a pensare all’aiuto dei “volti silenziosi” che ci hanno teso la mano e ci hanno ridato la speranza: “Che sarebbe di noi se Dio ci avesse chiuso le porte? Che sarebbe di noi senza la sua misericordia che non si è stancata di perdonarci e ci ha dato sempre un'opportunità per ricominciare di nuovo?”.
No all'indifferenza - Ma il periodo che precede la Pasqua, secondo il Pontefice, è anche tempo per dire no “all'asfissia dello spirito per l'inquinamento causato dall'indifferenza, dalla trascuratezza di pensare che la vita dell'altro non mi riguarda. No all'inquinamento intossicante delle parole vuote e senza senso, della critica rozza e veloce, delle analisi semplicistiche che non riescono ad abbracciare la complessità dei problemi umani, specialmente i problemi di quanti maggiormente soffrono”.
Il rito delle ceneri - Durante la messa, Papa Francesco, dopo averle benedette, ha ricevuto le ceneri, che gli sono state imposte sul capo dal cardinale Jozef Tomko. Quindi a sua volta le ha imposte ai cardinali, per primo allo stesso Tomko, poi a Pietro Parolin, Lorenzo Baldisseri, Walter Kasper e agli altri porporati presenti, agli arcivescovi Angelo Becciu, Paul Richard Gallagher, Georg Gaenswein, ad alcuni monaci, religiosi e fedeli. "Il gesto delle ceneri, con cui ci mettiamo in cammino, ci ricorda la nostra condizione originaria - ha detto Francesco - Siamo stati tratti dalla terra, siamo fatti di polvere. Sì, ma polvere nelle mani amorose di Dio che soffiò il suo spirito di vita sopra ognuno di noi e vuole continuare a farlo”.