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Nuova tegola per Trump, lascia il segretario al Lavoro

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Andrew Puzder, imprenditore nel settore della ristorazione scelto per l'incarico, si è  ritirato dall'iter per la conferma della nomina. Non c'erano le basi (e i voti) per il via libera del Senato

Nuova tegola sull'amministrazione Trump. A nemmeno un mese dal suo insediamento, il presidente degli Stati Uniti perde il segretario al Lavoro che aveva designato: Andrew Puzder, imprenditore nel settore della ristorazione scelto per l'incarico, si è  ritirato dall'iter per la conferma della nomina. Non c'erano le basi (e i voti) per il via libera del Senato.

 

12 defezioni tra i repubblicani - Non paragonabile al terremoto scatenato dalle dimissioni del segretario per la Sicurezza nazionale Michael Flynn, ma il 'caso' resta, perché la 'sfiducia' si consuma tra i repubblicani: almeno 12 i senatori del Grand Old Party che non avrebbero votato per lui in aula, stando a fonti del partito riferite dal Washington Post, tanto che ci sarebbe stata una richiesta diretta alla Casa Bianca di ritirare la candidatura. Dopo voci rincorsesi per ore e le pressioni conseguenti, è stato lo stesso Puzder a comunicare il ritiro. 

 

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="en" dir="ltr">I am withdrawing my nomination for Secretary of Labor. I&#39;m honored to have been considered and am grateful to all who have supported me.</p>&mdash; Andy Puzder (@AndyPuzder) <a href="https://twitter.com/AndyPuzder/status/831973151730958336">15 febbraio 2017</a></blockquote>

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Gli scandali all'origine delle polemiche - All'origine della vicenda il suo background professionale e personale. Le critiche erano fioccate da subito, appena Trump aveva fatto il suo nome, scaturite in particolare da discrepanze emerse in materia fiscale ma anche in reazione ad una serie di controverse dichiarazioni dell'imprenditore a capo di catene di fast food, giudicate da più parti denigratorie nei confronti dei dipendenti e alcune sessiste.
Si ricorda quindi che nel 2015 Puzder, secondo fonti di stampa, affermo': "Mi piacciono le belle donne che mangiano burger in bikini". E sostenne che spot pubblicitari prodotti per alcuni dei suoi ristoranti considerati spinti erano "molto americani". Non solo, ad un certo punto sostenne che i dipendenti dei suoi ristoranti erano "il meglio del peggio", oppure che avrebbe voluto assumere robot perché creano meno problemi, oltre ad essere piu' gentili. La pecca, insomma, del presidente Trump è di non aver approfondito e verificato a sufficienza le credenziali del suo candidato. E adesso i democratici gioiscono: ritengono di aver messo a segno un primo punto contro Trump nella battaglia all'ultimo voto nel processo delle conferme al Senato. 

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