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Turchia, 4 poliziotti morti in un attentato esplosivo a Diyarbakir

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Diyarbakir era già stata teatro di un attentato nel novembre del 2016 (Getty Images)

Un ordigno è esploso al passaggio di un blindato con a bordo alcuni agenti antisommossa causando anche il ferimento di altre otto persone. Secondo l'agenzia governativa Anadolu dietro l’attacco ci sarebbe il Pkk

Quattro poliziotti turchi sono morti a causa di un attentato esplosivo a Diyarbakir e altri otto sono rimasti feriti, di cui due in modo grave. L'ordigno, secondo le prime ricostruzioni, è scoppiato al passaggio di un blindato con a bordo alcuni agenti antisommossa. Il veicolo si trovava nel centro storico di quella che viene considerata la "capitale" curda, vicino al campus dell'università del Tigri nel distretto di Sur. L’esplosione ha interessato anche altri veicoli che si trovavano nelle vicinanze, tra cui un autobus di linea ma al momento non ci sono notizie di vittime o feriti tra i civili.

 

Nessuna rivendicazione – Non è ancora stata accertata l'origine dell'attacco ma l'agenzia governativa Anadolu ha puntato il dito contro i "terroristi del Partito dei lavoratori del Kurdistan militante (Pkk)" nonostante non sia giunta ancora nessuna rivendicazione da parte dell'organizzazione separatista curda. Diyarbakir si trova nel sud-est del Paese dove dall'estate del 2015 sono riprese le ostilità tra Ankara e il Pkk. Da allora hanno perso la vita circa 800 membri delle forze di sicurezza oltre 300 civili e più di 10mila terroristi dell'organizzazione separatista sono stati uccisi o arrestati in operazioni dell'esercito.

 

Scorsa settimana "neutralizzati" 20 militanti del Pkk – Proprio oggi il ministero dell’Interno turco ha fatto sapere che le forze dell'ordine nazionali nella scorsa settimana hanno ucciso 11 militanti del Pkk e della sua "organizzazione ombrello", l’Unione delle comunità del Kurdistan (Kck). Altri tre membri, inoltre, si sono arresi e sei sono stati arrestati durante una serie di operazioni in tutto il Paese. Nel comunicato diffuso dal ministero si legge che le autorità turche hanno anche trattenuto 419 persone, di cui quaranta sono finite agli arresti con l'accusa di aver aiutato le due organizzazioni.

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