Usa 2016, la minaccia hacker: domande e risposte

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C'è davvero un rischio hacker sulle elezioni americane? E che cosa potrebbe comportare? Proviamo a vederci più chiaro

Tra rivelazioni di email, attacchi contro popolari servizi Internet, minacce e contro minacce tra governi, l'ultimo scorcio della campagna elettorale Usa 2016 ha visto l'irruzione sulla scena di un nuovo protagonista, anzi di nuovi protagonisti: gli hacker.

Secondo la Casa Bianca e alcuni organi di informazione, pirati informatici al soldo di potenze straniere potrebbero addirittura provare ad alterare il conteggio elettronico dei voti e il risultato finale delle presidenziali a stelle e strisce. Ma quanto è reale questa possibilità e quali sono i rischi in gioco? Proviamo a capirlo meglio attraverso una serie di domande risposte.

Esiste una minaccia di hacker al soldo di governi stranieri sul processo elettorale americano?

Sì. Il Dipartimento di Stato Usa ha recentemente ammesso che alcuni stati hanno scoperto che i loro sistemi elettorali sono stati soggetti a intrusioni informatiche originate da server legati ad un'azienda russa. Il Dipartimento di Stato non ha però potuto confermare che simili azioni siano state ordinate dal Cremlino anche se la minaccia di cyber-interferenze russe è ritenuta reale. Ancora lo scorso venerdì “Guccifer 2.0”, un'identità online che gli Stati Uniti ritengono legata all'intelligence russa, ha affermato di essere in grado di “monitorare” il sistema della Federal Election Commission dall'interno.

Il sistema di conteggio dei voti delle elezioni è dunque a rischio di essere manipolato da hacker?

Quasi certamente no. Secondo il Dipartimento di Stato, sarebbe “estremamente difficile”, anche per uno stato, “alterare il conteggio dei voti o il risultato delle elezioni attraverso un cyber-attacco o un'intrusione”. L'American Associations of Secretaries of State,l'associazione che raggruppa i funzionari degli stati americani che si occupano delle elezioni, ha ribadito in una lettera aperta al Congresso che i dispositivi usati per il voto negli Stati Uniti non sono collegati a Internet e che il conteggio si svolgerà in assoluta regolarità.

Dunque l'integrità del risultato non è a rischio?

Secondo alcuni esperti di sicurezza intervistati dai media americani il rischio è molto basso. “Non è chiaro se questi attacchi potrebbero alterare l'integrità dei dati”, ha detto Rahul Telang, professore presso la Carnegie Mellon University. Inoltre, i sistemi elettronici utilizzati per il voto differiscono da stato a stato e questo rende molto improbabile la riuscita di un attacco generalizzato.

Non c'è da preoccuparsi, quindi?

In realtà, un po' di apprensione c'è e riguarda soprattutto la percezione dell'opinione pubblica. A detta degli esperti, la preoccupazione maggiore è che sia alterata la fiducia degli elettori. Basterebbe che fosse dimostrata la compromissione di una sola macchina di raccolta dei voti per ingenerare perplessità sul risultato complessivo. La stessa ammissione da parte del governo di tentativi di penetrazione nei sistemi può determinare dubbi nella popolazione.

Come si stanno preparando gli Stati Uniti alla possibilità di attacchi informatici?

Secondo alcune fonti di stampa, il governo Usa sta mettendo in campo “risorse senza precedenti” per un'elezione presidenziale.

Come reagirebbero gli Stati Uniti in occasione di un attacco informatico durante le elezioni?

Dipende dal tipo di attacco. I funzionari del governo Usa hanno mandato un “avvertimento” alla Russia. Come riporta NBC News, gli Stati Uniti hanno ribadito di avere la capacità di danneggiare attraverso attacchi informatici le infrastrutture critiche russe e di essere intenzionati a farlo nel caso, comunque ritenuto improbabile, che l'America subisca un attacco “significativo”.

Che cosa sono le infrastrutture critiche?

Sono considerate infrastrutture critiche di un Paese le reti di telecomunicazioni, le reti energetiche e le centrali che producono energia. A differenza di quanto accade per l'interruzione del funzionamento di siti e servizi Internet o per il trafugamento e la diffusione di messaggi di posta elettronica, un attacco informatico a questo tipo di bersagli potrebbe essere considerato da un Paese come un “atto di guerra”.

Anche le infrastrutture critiche degli Stati Uniti sono vulnerabili ad un attacco informatico?

In teoria sì. Secondo quanto affermato da funzionari del governo americano potenze straniere come Russia e Cina hanno depositato software malevoli in alcune infrastrutture critiche degli Stati Uniti per attivarli nell'eventualità di un conflitto. Come detto, la stessa cosa hanno fatto, a loro volta, gli Stati Uniti con le reti russe e cinesi.

Questo vuol dire che gli Stati Uniti rischiano un attacco informatico alle infrastrutture critiche durante le elezioni?

No. L'eventualità è molto remota, per non dire nulla. Secondo gli esperti interpellati dal network televisivo americano NBC News, è più probabile che eventuali azioni di disturbo riguardino il rilascio di documenti falsi o la proliferazione di account di social media posticci per diffondere informazioni false.

Sono mai state attaccate infrastrutture critiche di un Paese?

Le informazioni su operazioni di questo tipo sono scarse. E' però noto che nel 2010 e nel 2011 le centrali nucleari iraniane sono state messe fuori uso da un software malevolo, chiamato Stuxnet. Anche se non ci sono state ammissioni ufficiali, si ritiene che il Paese responsabile dell'attacco sia Israele con il sostegno – o comunque l'avallo - degli Stati Uniti.

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